Su energia e turismo Scajola vince fuori casa

Il ministro «intervistato» a La Spezia dal capo redattore del Giornale Lussana

da La Spezia

Riemerge letteralmente dagli abissi, il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola, al termine di un'escursione di quattro ore a meno 80 metri di profondità, nella baia di Portovenere, a bordo del sottomarino Todaro, gioiellino supertecnologico costruito da Fincantieri al Muggiano. Ma il pubblico che gremisce la sala convegni di Porto Lotti (presenti anche lo scrittore Arrigo Petaccolo e il consigliere regionale azzurro Matteo Rosso) vede come se fosse appena reduce da una riunione di governo: il monopetto grigio chiaro non tradisce una piega, e il ministro prende posto con cronometrica puntualità - sono le 22 - al centro del palco, dichiarandosi immediatemente disponibile al fuoco di fila di domande del caporedattore del Giornale Massimiliano Lussana (finto-allineato, in realtà birichino come al solito).
Il dialogo prende forma, con l'evidente consenso dell'uditorio, andando a toccare senza conformismi molti dei temi più delicati dell'attualità economica, politica, sociale. I preamboli all'intervista, del resto, sono già stati sbrigati in un amen, in nome della concretezza, dall'anfitrione Luigi Morgillo, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, che ha organizzato l'incontro fin nei minimi particolari, ma non accetta tempi morti.
Per questo, Morgillo introduce con garbo, ma velocemente Matteo Ridolfi, coordinatore provinciale azzurro della Spezia, e i candidati locali al parlamento Eliana Bacchini, Rossana Miaschi, Paolo Asti e Andrea Costa: a loro lascia il tempo di presentarsi, quindi, senza indugi, passa il microfono a Lussana. Il quale attacca alla sua maniera, con una domanda da un milione di euro che va a parare nel cuore del problema-economia. Troppo vicine per non parlarne, fra l'altro, le polemiche suscitate dal confronto dialettico fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il parterre ufficiale di Confindustria, con l'imprenditore Diego Della Valle in prima fila e il presidente Luca di Montezemolo di complemento, all'assemblea di Vicenza.
«La stragrande maggioranza degli imprenditori - replica subito, tagliente, il ministro Scajola - non si identifica con le posizioni espresse dalle prime due file dell'associazione». L'economia italiana in piena crisi, per colpa del governo di centrodestra? Ma come si fa a essere così faziosi, ignorando la realtà, pur in un contesto mondiale obiettivamente difficile? Il titolare delle Attività produttive snocciola dati come fossero noccioline: «La produzione industriale - scandisce - nel periodo gennaio 2005-gennaio 2006 è cresciuta dell'8,4 per cento, e nello stesso periodo gli ordinativi sono saliti del 9,8 per cento. Non lo dice il governo, lo dichiara la fonte ufficiale Istat. Ecco perché la maggior parte delle imprese non si fa fuorviare dal pessimismo interessato. Fa bene Berlusconi a professare ottimismo, l'Italia che produce è in piedi e procede a passo sicuro».
Lussana incalza con l'energia, un «ingrediente» fondamentale per lo sviluppo del Paese. Il caporedattore del Giornale sottolinea l'ìimpulso dato da Scajola al ritorno al nucleare. Il ministro raccoglie e spiega: «Da 28 anni, nella bolletta, paghiamo una cifra che corrisponde alla voce nucleare, ma in realtà si riferisce allo spegnimento di un nucleare mai acceso». Evidente anche il riferimento al disgraziato referendum del 1987 che ha impedito il ricorso a una fonte energetica cui fanno ricorso, invece, in maniera massiccia i Paesi vicini da cui l'Italia è costretta ad approvvigionarsi. «Questa sinistra pseudoambientalista, Prodi compreso - ricorda Scajola - non vuole il nucleare, il carbone pulito, l'eolico, ma insiste su fonti alternative come i pannelli solari che, se anche ipoteticamente fossero stesi in tutto il Paese, non fornirebbero più di un terzo dell'energia necessaria». A proposito, riattacca Lussana: «Lei è stato in questi cinque anni titolare del ministero dell'Interno, dell'Attuazione del programma di governo e ora delle Attività Produttive. In quale ruolo si è riconosciuto di più?». La risposta è netta: «L'incarico attuale è quello in cui verifico che ogni ora di fatica può dare anche un risultato per gli altri» risponde sicuro Scajola, mentre in sala arriva anche il senatore Luigi Grillo, reduce da Arcore, che per l'occasione «voleva assolutamente esserci». C'è anche la notizia dell'ultima ora: «Entro pochi giorni daremo attuazione alla realizzazione di un'unica cabina di regia per promuovere il turismo. Un salto di qualità per una risorsa del Paese da assecondare assolutamente». L'intervista volge al termine, ma c'è tempo per affrontare i temi più propriamente politici. Lussana promuove solo in parte la legge elettorale, e Scajola non smentisce, ma precisa: «È vero, la legge attuale può sembrare negativa. Ma dobbiamo anche pensare che il sistema precedente non garantiva la governabilità, e creava dispersione dei voti su scala nazionale. Per il futuro, si possono studiare aggiustamenti, ad esempio in analogia col sistema delle regionali».

Previsioni per il 9 aprile? Il ministro non si scompone: «Dobbiamo puntare sul recupero delle stensioni. Un sondaggio mirato indica chiaramente che se vota più dell'82 per cento degli elettorim, vince il centrodestra. Cioè, vince il Paese!».

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