Su Isoradio il «Diesel» troppo lento

In estate, soprattutto in estate, Isoradio è imprescindibile. Perché viviamo in simbiosi con quella frequenza che si sente (non sempre) anche in galleria e fra le montagne, quel magico 103,3 che guida i nostri viaggi, suggerendoci deviazioni, regalandoci la pazienza per affrontare code infinite, e informandoci in tempo (non sempre) reale di incolonnamenti, incidenti, chiusure, danni vari ed eventuali. In questo quadro, però, ci sono anche momenti fortunati senza code e incidenti.
E a questo punto entra in gioco la seconda metà della programmazione di Isoradio. Proprio qui il direttore Aldo Papa ha rinnovato la programmazione musicale, ha confermato o inserito ottimi programmi come Grazie dei fiori, dove Fanny Cadeo prova a far trasparire il suo fascino parlando di botanica, o ottimi reportage come Pechino-Parigi, la grande avventura, firmato da Fabio Capecelatro, in cui quasi si respira il fascino di quelle strade sterrate. Altro che le provinciali segnalate pochi minuti prima da Isoradio.
Eppure, in questa programmazione ottima qualcosa suona stonato. E non solo perché alcuni gruppi della musica alternativa italiana sono proprio così, letteralmente stonati. Ma anche perché, se vi capita di imbattervi in Isoradio il venerdì notte, dalle 0,30 alle 5,30, potete sentire Diesel, il programma di Alessandro De Gerardis dedicato alla musica indipendente italiana. Ora, l’idea di dare spazio alla musica che nessun altro passa, potrebbe anche essere buona.

Ma il fatto che gli aggiornamenti viabilistici non siano più di uno ogni mezz’ora e che molte di queste canzoni siano inascoltabili e, addirittura, per lunghi tratti concilino il sonno, non aiuta lo scopo di Isoradio. Che è quello di evitare gli incidenti, non di favorirli. Insomma, più che Diesel, qui siamo proprio senza benzina.

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