SU «LIBERATION» Il giallo di due chiamate fatte dall’Eliseo al procuratore americano

Il giallo del Sofitel si infittisce.
Anche se non ci sono prove di un complotto per rovinare la carriera politica di Dominique Strauss-Kahn, lo scandalo di New York nasconde un groviglio di pressioni e di interessi. Ieri Liberation ha rivelato che il giorno in cui l’ex direttore del FMI fu arrestato per stupro, il procuratore di New York, Cyrus Vance Jr., ricevette due chiamate da Parigi, una dal ministero degli Esteri, l’altra da quello della Giustizia. La procura americana fu messa in quel modo al corrente di altri casi a carico di DSK: quello dell’aggressione ai danni della scrittrice Tristane Banon, ma anche quello dei festini e delle escort di Lille. In quel momento, l’indagine di Lille era ancora coperta da segreto istruttorio.
Il punto debole dell’ex direttore del FMI, le donne ed il sesso, era noto a Palazzo da tempo, scrive Le Monde, da molto prima che lo scandalo dello stupro scoppiasse. Nicolas Sarkozy sapeva, scrive il quotidiano: «La sinistra appoggerà davvero un maniaco sessuale?», avrebbe detto il presidente un giorno nel segreto del suo ufficio. Chi sapeva non avrebbe mai pensato che DSK si sarebbe candidato, eppure la scalata all’Eliseo del socialista favorito da tutti i sondaggi sembrava ineluttabile.
Fino al 14 maggio scorso.
Quelle telefonate «francesi», di cui oggi Liberation rivela l’esistenza, avrebbero cambiato le sorti di DSK, arrestato all’aeroporto Kennedy qualche minuto prima di prendere il volo per Parigi. L’ex direttore del FMI era stato portato al commissariato di Harlem.

Ma i suoi avvocati, William Taylor e Benjamin Brafman, scrive Liberation, avevano ottenuto dal procuratore Vance di far uscire su cauzione il loro cliente sin dalla sera seguente. Era stata concordata una somma pari a 250 mila dollari. Ma l’accordo è inspiegabilmente saltato.

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