«Su di lui soltanto bugie Per l’Inter era incedibile, poi è finito al Barça...»

Qualunque calciatore del mondo vorrebbe avere Carmine Raiola come procuratore...
«Mi sembra un bel complimento».
Mino, Ibra al Barcellona è stato un capolavoro?
«Sono contento. Sono contento perché ho fatto il mio dovere e sono felice perché Ibrahimovic è soddisfatto».
Lei hai detto che ci lavorava da dicembre scorso...
«Ho trovato scritte tante bugie».
Ma Ibra quando ha deciso di andarsene dall’Inter?
«La società lo aveva dichiarato incedibile e lui era tranquillo. Ibra non ha mai detto che voleva andarsene dall’Inter. Lui ha sempre ripetuto che non sarebbe mai rimasto a vita in una squadra».
Non fa molta differenza...
«Ne fa tanta. Lui è sempre stato un professionista esemplare».
Anche quando mandò a quel paese Roberto Mancini?
«Questa è un altra bugia, lui non ha mai avuto problemi con Mancini».
Ci dica la verità: è stato lui a convincere Moratti a esonerare il Mancio?
«Io gli dicevo. Ibra fermati, Ibra fermati, stai mettendo a rischio la tua carriera, sei il migliore e rischi di chiudere prima, stai rischiando troppo».
Stiamo parlando del periodo in cui era infortunato?
«Aveva un buco al tendine rotuleo, non so se mi spiego. Ma lui non voleva fermarsi, e io continuavo a ripetergli che la cosa migliore era fermarsi».
E lui?
«Lui mi diceva: non posso, la squadra ha bisogno di me».
Beh...
«E questo secondo voi era un giocatore che aveva dei problemi con Mancini?».
Girava questa voce...
«Bugie. Non si riusciva a tenerlo, voleva giocare, è entrato nel secondo tempo dell’ultima giornata e l’Inter ha vinto il campionato».
Però quest’anno con lo spogliatoio qualcosa si era rotto?
«Quando?».
Diciamo dopo l’eliminazione in Champions a Old Trafford.
«No. Se mi parlate di spogliatoio teso dopo la sconfitta trovo che sia normale. Quella sera l’Inter è andata ancora fuori dall’Europa e Mourinho era stato chiamato per vincere la Champions. Che ci fosse tensione è abbastanza normale. Ma questo è un discorso diverso. Non c’entra niente con il fatto che lui avesse rotto con il resto della squadra. E lo ha dimostrato quando si è presentato a Barcellona».
Ha baciato la maglia... non è stato un gesto entusiasmante per la maggior parte dei suoi ex tifosi.
«In Spagna si fa così, è normale. Ma in quell’occasione lui ha parlato bene sia dei suoi ex compagni, sia del presidente Moratti che ha ringraziato pubblicamente. Se si fosse lasciato in malo modo con l’ambiente dell’Inter avrebbe avuto una grande occasione, davanti a ottantamila persone, di dare la sua versione di questa trattativa».
Però voleva andarsene a tutti i costi. Tutti quei messaggini...
«Bugie. Per fortuna ha smentito tutto il presidente dell’Inter, persona che stimo. Se fossi intervenuto io nessuno mi avrebbe creduto. Tutti avrebbero detto che era una versione falsa. Per fortuna l’ha fatto Massimo Moratti e questa faccenda si è smontata da sola: nessun messaggio di Ibra a nessuno».
Notizia uscita da un quotidiano di Barcellona che non ha dato di Ibra una buona immagine: talmente risoluto a lasciare l’Inter da far riflettere sul suo ego smisurato.
«Non so chi abbia messo in giro queste falsità. Ma noi siamo tranquilli, non diamo peso a queste cose».
Intanto però all’Inter si sono chiusi i rapporti?
«Altre bugie. Intanto all’Inter c’è ancora Kerlon, un mio assistito. E poi di Massimo Moratti ho ricevuto subito un’ottima impressione, comprò Ibra con un gesto di classe. Ibra venne all’Inter perchè al Real ci sarebbe andato con la rescissione del contratto, invece il presidente dell’Inter non volle saperne di questa soluzione e pagò 26 milioni alla Juventus che altrimenti non avrebbe visto un euro. Io con lui non ho mai avuto un diverbio, neppure una discussione. La storia di Branca? Dunque, io ho semplicemente risposto a chi mi chiedeva cosa pensavo del fatto che l’Inter fosse andata a Barcellona per vendere Ibra. Secondo me se hai Ibrahimovic in squadra non devi andare in giro a cercare di venderlo. Devono venire da te a comprarlo».
L’ambiente è rimasto teso fino alla conclusione della trattativa. Ibra aveva detto già a maggio che sapeva dove avrebbe giocato la stagione successiva... una provocazione?
«C’erano quattro squadre in Europa che lo volevano. Lui ha sempre detto: tante squadre vogliono Ibra, una sola lo può comprare».
Il Barça?
«Certamente. Se non fosse finito lì, non si sarebbe mosso dall’Inter perché lui all’Inter ci stava bene».
Sembra il ritratto di un calciatore più umano...
«Siete voi che lo avete sempre giudicato un mercenario. Lui invece è quello che ha detto: noi giocatori prendiamo troppi soldi, non valiamo queste cifre».
Resta il capolavoro dell’estate timbrato Mino Raiola: ma Ibra quanto è costato al Barcellona?
«Più di tutti. Il Real se non comprava Cristiano Ronaldo avrebbe dovuto pagare una penale di 30 milioni, quindi in realtà è costato 64 milioni. Per Kakà Florentino Perez ne ha spesi 66. Ibra invece è costato 70 milioni, 45 cash, Eto’o valutato 20 e altri cinque per il mancato arrivo di Hleb. È stato un affare per tutti».
Un trionfo?
«Mi sono sentito a disagio solo per la situazione che ha vissuto Maxwell, ragazzo fantastico. Lui in Italia è stato sottovalutato da tutta la stampa».
Josè gli aveva parlato chiaro.


«Vi garantisco che Maxwell non pretendeva il posto da titolare, nei grandi club nessuno te lo può garantire. Lui si aspettava solo più attenzione».
Adesso è felice anche lui?
«Adesso Maxwell sarà il titolare della fascia sinistra del Barcellona campione d’Europa. Ve lo garantisce Mino Raiola».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica