Giovanni Cattani - Creazzo (Vi)
Ha ragione Montanelli, caro Cattani. Poteva essere diversamente? I libri di Indro furono passati al microscopio da turbe di cattedratici invidiosi del successo di un magistrale divulgatore che osava scrivere di storia. Vogliosi, i cattedratici, di trovarvi una imprecisione se non addirittura uno svarione. Niente. Nessuno colse mai in fallo Montanelli. E infatti le fonti più attendibili affermano che Odoacre permise a Romolo Augustolo di risiedere nel Castellum Lucullanum, una antica villa di Lucullo nei dintorni di Napoli, assegnandoli inoltre il lauto vitalizio di seimila soldi allanno. E che le cose siano andate così, altro che «orrida cella», lo testimonia la corrispondenza che Romolo intrattenne col nuovo re degli Ostrogoti, Teodorico il Grande, per rinegoziare il vitalizio concessogli da Odoacre. Poi ci sono le versioni romanzate: su Romolo Augustolo Friedrich Dürrenmatt scrisse una gustosa commedia che già nel titolo - «Romulus der Große», Romolo il Grande, cambia le carte in tavola (anche se poi ritrae Augustolo come un pollicultore che per tirare a campare svendeva a un antiquario del luogo, questa è davvero geniale, i busti dei precedenti imperatori). Fatto è che questi personaggi che per viltà, inettitudine o altro segnarono la fine di unepoca finiscono poi per assumere connotati romantici: glie la si perdona, insomma. È il caso di Romolo Augustolo come di Boabdilla, alias Abu Abd Allah Muhammad, ultimo sultano di Granada (espugnata da quelliradiddio di Isabella di Castiglia). Il turista che ha percorso la strada che da Granada giunge alla Sierra Nevada, si sarà imbattuto nel ben segnalato «Puerto del suspiro del moro», laltura dalla quale Boabdil assistette, piangendo e sospirando, appunto, alla caduta della sua Granada («Tutte le rose di Isfahan - si dice mormorasse - non potranno mai ripagarmi della bellezza dell'Alhambra»).
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