«Su Sparkle indagini accurate e 507 milioni accantonati»

«Un manager vecchio stampo». Così si è definito Franco Bernabè davanti alla platea di analisti per la presentazione dei conti 2009. Ieri la Borsa gli ha dato ragione premiando il titolo con un rialzo di circa il 3% nel corso della mattinata che però si è ridimensionato all’1,13% alla chiusura delle contrattazioni. Il mercato dunque ha premiato lo sforzo di Bernabè che ha promesso un aumento della cedola per il 2011, confermata quest’anno a 5 centesimi (0,0061 euro per le risparmio) come l’anno scorso. «Senza i problemi che sono sorti per le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la controllata Sparkle - ha detto l’ad - avremmo potuto remunerare meglio gli azionisti anche quest’anno». Per Sparkle Telecom ha effettuato un accantonamento di 507 milioni di cui però soltanto 10 hanno impattato sui conti 2009 mentre il resto andrà sul 2010.
Quanto al bilancio Telecom ha chiuso con un utile in calo, ma sopra le attese, a 1,58 miliardi di euro risentendo della svalutazione dell’avviamento attribuito ad Hansenet e delle maggiori imposte per il venir meno di alcuni benefici fiscali. La società tenterà di recuperare quote di mercato in Italia e a crescere sul mercato brasiliano. Punterà inoltre a incrementare la propria generazione di cassa e a tenere sotto controllo i costi, in modo tale da ridurre il debito sotto i 28 miliardi a fine 2012.
«Sono soddisfatto - ha detto Bernabè - sono stati raggiunti gli obiettivi sull’ebitda cresciuto dello 0,2% a 11,1 miliardi e sull’indebitamento, calato a 34,7 miliardi e visto in ulteriore discesa a 32 miliardi nel 2010. Quest’anno la flessione dei ricavi dovrebbe limitarsi a un 2-3% a fronte del -6,3% accusato nel 2009. Mentre crescerà il Brasile del 6%». Il perseguimento dell’efficienza presupporrà ulteriori tagli della forza lavoro in Italia, dopo quello del 10% realizzato negli ultimi anni. «Lo facciamo per essere competitivi - ha spiegato Bernabè -. Essere sempre più snelli consentirà di trasferire i vantaggi della maggiore efficienza a clienti e agli azionisti». Bernabè ha comunque sottolineato che Telecom ha sempre operato «negoziando con le forze sindacali». Bernabè ha negato qualsiasi trattativa per una integrazione con Telefonica «che resta azionista in Telco». Quanto alle dismissioni un pacchetto di cessioni di 2-3 miliardi sarà realizzato entro il 2011. Mentre Telecom Argentina, chiusa la vicenda con l’Antitrust, dovrebbe essere ceduta entro quest’anno. «Non specifichiamo cosa cederemo, ma entro il 2011 prevediamo cessioni per 2-3 miliardi» - ha detto Bernabè. Il piano, apprezzato dal mercato, non è piaciuto ai sindacati che temono nuovi tagli. «Il piano industriale conferma scelte sbagliate: si continuano a staccare dividendi per gli azionisti e non si affrontano i nodi veri, come ad esempio la creazione delle reti di nuova generazione (Ngn), scaricando sui lavoratori il problemi del management», ha detto Alessandro Genovesi, segretario nazionale della Slc Cgil. Secondo Genovesi gli operatori di tlc, Telecom in testa, dovrebbero investire per portare la fibra ottica almeno nei capoluoghi di provincia.

«È l’unica strada per rilanciare il settore e creare anche 40mila nuovi posti di lavoro. Altrimenti per le società di tlc - ha detto Genovesi- l’unica possibilità, in assenza di investimenti, sarà quella di mandare a casa i dipendenti».

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