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Suarez «Uno spagnolo un po’ tedesco. Speriamo si porti Gerrard»

Luis Suarez Miramontes, detto Luisito, è arrivato nel 1961 all’Inter assieme al Pallone d’Oro conquistato l’anno prima e dopo una finale di coppa dei Campioni persa 3-2 contro il Benfica. Si rifà a Milano, ne vince due assieme a due Intercontinentali, il primo e sinora unico calciatore spagnolo, escludendo l’oriundo Alfredo Di Stefano, a vincere il Pallone d’oro. Dell’Inter diventerà anche allenatore in tre diversi periodi.
Un altro spagnolo in nerazzurro...
«Di un’altra generazione, ma non so quanto spagnolo... È preciso, prepara le gare con meticolosità quasi maniacale. Un po’ spagnolo e un po’ italiano, anche se un tempo si diceva che chi aveva le sue caratteristiche era un tedesco».
Come le sembra?
«Può andare bene, non sono geloso. Lui continuerà sulla linea tracciata da Josè Mourinho, ritengo che sia più importante che la rosa della squadra non cambi e rimanga quella di questa stagione appena conclusa. E poi sono convinto che il presidente farà di tutto per migliorarla».
Ha visto giocare il Liverpool di Benitez?
«Sì, ho assistito a un Marsiglia-Liverpool, mi ha dato l’idea di un allenatore con buona personalità e grande esperienza. Quel Liverpool giocava come l’Inter di quest’anno, c’era Babbel a sinistra, Kuyt a destra, Gerrard alla Sneijder in mezzo a loro, davanti Torres, due giocatori sopra la difesa a quattro. Faceva lavorare molto gli esterni e Gerrard si inseriva proprio come fa l’olandesino da noi».
Se arrivasse Gerrard ...
«È l’unico giocatore in circolazione che può migliorare questa squadra. Ce ne sono altri, per esempio Torres, ma davanti siamo coperti. Gerrard sarebbe uno che ci serve di più, in un settore dove si fa camminare la squadra e si cucina la partita».
Benitez arriva e parla già un italiano perfetto.

Lei?
«Non conoscevo una parola, ma il calcio ha un linguaggio universale, Herrera ha pensato al resto».

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