da Milano
«I mercati finanziari globali rimangono in uno stato di stress straordinario, urge un'azione del Congresso per evitare conseguenze molto serie per la nostra economia». Il quadro tracciato ieri dal presidente della Fed, Ben Bernanke, davanti al Senato Usa non lascia margini di dubbio: la luce in fondo al tunnel è ancora lontana e il Congresso deve agire in fretta.
Leco del discorso del governatore si è fatto sentire anche sui mercati finanziari. Wall Street, dopo il tonfo di lunedì, ieri ha fallito il tentativo di rimbalzo. Il Dow Jones ha perso l1,53% e il Nasdaq ha ceduto l1,18%. Fotografia a tinte scure anche per lEuropa, con Parigi che ha ceduto il 2%, Londra l1,6% e Milano l1,3%. Il Vecchio continente doveva ancora digerire le perdite del mercato americano della notte precedente. Lunica nota positiva è arrivata dal calo del petrolio con il greggio che ha perso 5 dollari a 107 dollari.
Il timore dei mercati è evidente: la crisi finanziaria, sta diventando reale e dalle Borse si sta spostando nei portafogli di americani ed europei. Senza l'azione di salvataggio al sistema finanziario da parte del governo e del Congresso americano «si perderanno posti di lavoro, la disoccupazione salirà, sempre più case verranno confiscate e il prodotto interno lordo subirà una contrazione», conseguenze catastrofiche quelle descritte ieri da Bernanke.
Urgenza condivisa dal segretario al Tesoro, Henry Paulson, che ieri ha accompagnato Bernanke alludienza in Senato per illustrare il piano di salvataggio, esortandone lapprovazione. Paulson ha spiegato che «occorre agire per evitare una serie di nuovi fallimenti». Bernanke ha spiegato che «il collasso di Lehman Brothers presentava dei rischi ma i problemi del gruppo erano noti da tempo e gli investitori avevano avuto modo di prepararsi».
«È necessario approvare il piano entro una settimana, dopodiché il Congresso verrà sospeso in attesa delle presidenziali», ha spiegato Paulson. Ottimismo sullapprovazione del piano è arrivata anche dal presidente George W. Bush, che dall'assemblea generale dell'Onu ha rassicurato i leader mondiali dichiarando che «lamministrazione e il Congresso stanno lavorando per approvare in tempi rapidi il progetto».
Ma a mettere al tappeto le Borse e rallentarne lapprovazione sono le conseguenze del piano. I mercati si chiedono quale sarà il costo del maxi salvataggio per leconomia reale. La ricetta di Paulson e Bernanke, anche se necessaria, non sarà infatti indolore e porterà a unesplosione del debito americano. «Sommando i 700 miliardi di aiuti promessi ai costi per il salvataggio di Freddie e Fannie Mac il debito Usa volerà all80-90% del Pil», spiega Antonio Cesarano, economista e strategist di Mps Capital Services. Secondo Alan Greenspan, ex governatore della Banca centrale americana, «la Fed per combattere l'inflazione nei prossimi anni dovrà aumentare i tassi di interesse, che arriveranno a due cifre».
Di fronte a tante incertezze i senatori, sia repubblicani che democratici, hanno alzato un muro, in attesa di vagliare i costi del progetto e chiedendo modifiche.
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