da Milano
Parigi intende mantenere una solida presa sul campione nazionale dellenergia che nascerà dalla fusione tra Suez e Gaz-de-France, confermando così quanto già era chiaro: con la fusione Suez-Gdf verrà creato il secondo gruppo pubblico francese nel settore dellenergia, dopo Edf. E, di fatto, dando allo Stato il controllo quasi totale della produzione elettrica in Francia. Il ministro delle Finanze, Christine Lagarde, ha infatti annunciato di fronte allAssemblea nazionale che il governo intende creare una golden share sulla società. Darà allesecutivo potere di veto sulle operazioni strategiche, oltre ai diritti derivanti dalla partecipazione diretta pari al 40% del capitale.
La golden share «consentirà allo Stato di giocare un ruolo di primo piano nella gestione della società», ha detto la Lagarde. Parigi potrà «opporsi a eventuali cessioni di attività sul gas in Francia». «Il numero dei membri del cda», ha spiegato il ministro «sarà proporzionale alla quota detenuta dallo stato», pari a circa il 40 per cento.
Uno dei maggiori punti di attrito tra governo, sindacati e opposizione socialista sul piano Suez-GdF è quella che gli oppositori chiamano «privatizzazione» di GdF: dallattuale 79,8% di capitale GdF controllato dallo Stato, con la fusione la partecipazione pubblica scenderà sotto la maggioranza del capitale. Altri osservatori, come il Financial Times, hanno una visione diametralmente opposta del progetto, e considerano loperazione una sorta di «statalizzazione» di Suez, visto che Parigi resterà primo azionista del nuovo gruppo.
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