Suez-Gdf: Mestrallet sarà il numero uno

Cirelli numero due nella gestione del nuovo gruppo (il via è previsto nel gennaio 2007)

da Milano

Tutto come previsto: il vertice del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione Suez-Gdf vede i manager della prima società prevalere per un’incollatura sulla seconda. Formalmente, stando a quanto è stato annunciato in una conferenza stampa ieri pomeriggio a Parigi, Suez-Gdf sarà governata da uguali, ma ci sarà qualcuno un po’ più uguale degli altri. Così Gerard Mestrallet, attuale numero uno di Suez, sarà il nuovo presidente e direttore generale, mentre Jean-Francois Cirelli, che occupa la stessa carica in Gaz de France, sarà vicepresidente e direttore generale delegato. Verrà inoltre proposto per posizioni di vertice, di rappresentanza e operative, nella controllata belga Electrabel e nel settore ambientale di Suez. I due manager «dirigeranno in tandem» il nuovo gruppo, la cui organizzazione prevede inoltre quattro direttori generali aggiunti, due provenienti da Suez e due da Gdf. Il responsabile finanziario di Suez, Gerard Lamarche, coprirà la stessa carica dopo l’integrazione.
Confermata la decisione di arrivare in tempi rapidi alla fusione, anche se la possibilità di un’Opa Enel appare quanto mai remota: «L’obiettivo - ha affermato Cirelli - è sempre di tenere le assemblee generali per la fusione entro fine anno. Il nostro calendario è rispettato nonostante le vicissitudini e siamo sempre nei tempi». L’integrazione operativa dovrebbe decollare dal gennaio 2007. In precedenza, nella seconda metà di novembre dovrebbe arrivare il responso Ue, che è previsto sostanzialmente positivo, e nella seconda metà di dicembre le assemblee degli azionisti che dovrebbero ratificare la fusione.
Ma proprio dagli azionisti viene l’unica incertezza sul buon esito di tutta l’operazione: alcuni fondi di investimento europei e americani hanno sostenuto che l’accordo «sottovaluta sostanzialmente il peso di Suez», chiedendo o un dividendo straordinario elevato o la separazione delle attività ambientali di Suez, facendo confluire nell’accordo solo quelle energetiche.

Ma ieri Mestrallet ha messo in chiaro che «il ramo ambiente è parte integrante del progetto, appartiene al gruppo e apparterrà al nuovo gruppo, il suo sviluppo sarà assicurato perché è un settore molto redditizio». Il concambio e l’ammontare dell’eventuale dividendo straordinario restano così ancora da definire.

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