Sui treni il Pd "deraglia" Ritardi? Colpa di Formigoni

Per il ritardi lopposizione accusa la Regione. Ma al presidente arriva anche l’appoggio di Penati: "Il governo sospenda i soldi in Finanziaria a Trenitalia"

Anche Filippo Penati applaude al decisionismo della Regione Lombardia. La Provincia sottoscrive infatti l’attacco del Pirellone a Trenitalia che «non sta rispettando il contratto sottoscritto» e fa replay dell’invito rivolto sempre a Trenitalia dal presidente Roberto Formigoni affinché sia «posta fine ai grossi disagi per i nostri pendolari».
Ma l’accordo penatiano, «il governo sospenda l’erogazione di 480 milioni di euro in Finanziaria per Trenitalia», alla linea formigoniana di difesa dei pendolari spacca il Pd: «Non si può dare tutta la colpa a Trenitalia» afferma Stefano Tosi, consigliere regionale Pd, perché i «disagi erano prevedibili» con il cambio dell’orario invernale licenziato dalla Regione. Naturalmente, chiosa Tosi, Trenitalia «ha pure le proprie responsabilità» ma la Regione «invece di alzare la voce faccia qualcosa di concreto» poiché, secondo il consigliere, a causa «dell’accordo tra Regione e Trenitalia si sono ridotti il numero dei treni e si sono allungati i tempi di percorrenza del trasporto regionale». Come dire: «Regione Lombardia deve mettere mano all’orario, ripristinare le corse che mancano e sciogliere i nodi che provocano ritardi» e, nel frattempo, concedere ai pendolari di viaggiare gratuitamente a gennaio.
Valutazioni che la Provincia di Milano si guarda bene dal condividere. Anzi, Paolo Matteucci, assessore provinciale a Mobilità e trasporti, si limita a reclamare alla Regione la «convocazione di un tavolo con gli enti locali, i rappresentanti dei pendolari e dell’azienda ferroviaria, per trovare urgentemente una soluzione a questa intollerabile situazione». Chiaro pure all’assessore della giunta Penati che come osserva il suo collega regionale Raffaele Cattaneo «il Pd rincorre con affanno soluzioni demagogiche» o come aggiunge Paolo Valentini, capogruppo regionale Pdl, «i disagi rilevati sui treni non possono rappresentare la scusa per ingiusti attacchi politici» anche perché «Regione Lombardia, attraverso il suo presidente e l’assessore alla Mobilità, si è ampiamente spesa per garantire una mobilità efficiente».
Già, gli impegni che Trenitalia ha concordato con il presidente Formigoni non sono stati rispettati e l’attenzione rivolta ai pendolari è stata davvero risibile rispetto a quella data a Freccia rossa. «Situazione pesante lunedì, con un leggero miglioramento ieri ma che ancora non è soddisfacente» fa sapere Cattaneo che così la sintetizza, «dopo il lunedì nero abbiamo il martedì grigio». Virgolettato che, dunque, non esclude «azioni clamorose di protesta»: «La nostra azione non mira a mettere in scena proteste, ma a realizzare servizi adeguati. Se proseguisse la situazione insoddisfacente siamo comunque pronti alle forme di protesta più clamorose».

Messaggio che ottiene l’applauso penatiano e delle associazioni consumatori ma soprattutto il via libera dei pendolari che si sono visti ieri sopprimere una decina e più di treni oltreché disagi e ritardi medi nell’ordine dell’ora o poco meno.

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