Lelenco delle guide turistiche? Se ne deve occupare la Regione. I controlli sugli abusivi e il caporalato? Affari del Comune. Non ci sono guide di russo e giapponese? Colpa della legge che è inadeguata. È una lunga serie di scaricabarile la risposta della Provincia allinchiesta sul business dei «ciceroni» pubblicata ieri sul Giornale. In una lettera di quattro pagine lassessore al Turismo Antonio Oliviero ammette soltanto che il bando di concorso richiedeva alle guide di Milano «la conoscenza della Provincia di Brescia» a causa di un refuso - un copia e incolla fatto male - che però è stato corretto nella edizione successiva. E quanto allincredibile vicenda dei verbali di esame del concorso per guida turistica con i voti cancellati e corretti a mano si limita a dire che «tali verbali sono stati esaminati dal Tar che non ha avuto rilievi in merito a tale compilazione».
Come e perché i voti di alcuni candidati siano stati modificati all«insù», lassessore Oliviero purtroppo non lo spiega. Mentre Susanna Raffa, presidente della commissione desame, spiega che «è normale che in una commissione vi siano diversità di opinione, si discute e poi si decide». Sì, ma in genere il voto si mette alla fine della discussione, non prima... «Non è detto».
Lassessore Oliviero non smentisce lesistenza di un sistema di «caporalato» tra le guide, con lavoratori in nero costretti a versare percentuali alle guide patentate, ma spiega che «la Provincia non ha alcuna potere sanzionatorio nei confronti di guide non autorizzate». E non smentisce nemmeno che nel corso degli ultimi esami sia stata abilitata una sola guida capace di parlare russo e nemmeno una di giapponese: colpa della legge, che «dice che il candidato ha la possibilità di scegliere una lingua, una sola, a suo piacimento». «È auspicabile - scrive - un adeguamento della legge che preveda lobbligatorietà di alcune lingue in corrispondenza alle tipologie di alcuni flussi turistici in aumento».
Lultimo tema: la presenza fissa in commissione desame di Andrea Ogunbisi, una esponente del Centro Guide Milano, cioè di unimpresa che gestisce una fetta consistente del business. Nessun conflitto di interessi, secondo lassessore.
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