Il caso Huscher al capolinea apre nuovi interrogativi. Deontologici e morali. LAssocittadini chiede allassessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, lesito dellinchiesta interna (se mai cè stata) sulloperato dei medici del San Giovanni accusati di lesioni gravissime e omicidio colposo; allOrdine dei medici perché nel frattempo non abbia preso provvedimenti a tutela degli utenti. «La giustizia penale non esclude quella amministrativa e professionale - afferma Giorgio Bernardini, a capo dellassociazione -. E nessuno ha mai sgomberato il campo dai dubbi che dietro a tutti quegli interventi di esportazione di organi vitali comunque confermati inutili anche dai periti del tribunale non vi fossero altre motivazioni». Giovedì 15 la Corte di Assise di Roma si pronuncerà su una delle vicende più torbide della malasanità capitolina. Unintera équipe medica, quella delle divisioni I e IV di Chirurgia dellospedale capitolino, guidata dallallora primario Cristiano Huscher, accusata di avere operato senza adeguate diagnosi mediche, senza avere preventivamente sottoposto i pazienti a esami ecografici e istologici. Provocandone, in alcuni casi, la morte. Quattordici episodi messi nero su bianco in un esposto alla Procura inviato nel settembre del 2000 da un altro chirurgo, Vittorio Avantifiori, che allepoca volle denunciare, «vicende e condotte di evidente e gravissima rilevanza penale, di pericolosità intrinseca e sociale», «volutamente errate e travisate, finalizzate a interessi comunque estranei alla guarigione dei pazienti». Ma non basta. Nellottobre 2002 a piazzale Clodio piomba un secondo esposto, questa volta a firma di altri 14 medici che sospettano «che gli interventi chirurgici eseguiti nelle divisioni dirette da Huscher non erano sempre proporzionate alla reale entità delle patologie». Tantè. Il 6 ottobre 2005 il pubblico ministero Mirella Cervadoro chiede il rinvio a giudizio per Huscher e altri sette chirurghi. L11 gennaio il giudice per le udienze preliminari Pierfrancesco De Angelis, esaminando il fascicolo con le perizie inviato dal pm, formula il «non luogo a procedere» e fissa ludienza in Corte di Assisi. Manuali di giurisprudenza alla mano, il gup De Angelis pur ravvisando i fatti contestati, deve ammettere che in mancanza di querele di parte, il giudizio devessere sospeso. Che il non avere effettuato su pazienti sottoposti a «interventi operatori ampiamente demolitivi di organi vitali con grave rischio» gli esami necessari, delinea «imprudenza» o «imperizia» e non «dolo», lunico procedibile dufficio. Che in alcuni casi lavere fatto firmare ai pazienti il prestampato generico sui rischi delloperazione è sufficiente a svincolare ancora una volta il medico dallipotesi dolosa. Ad A. G. nellottobre 2000 vengono asportati ovaio sinistro, tuba destra, colecisti, lobo polmonare e surrene per una sospetta «endometriosi». Peccato che un «esame al microscopio di un campione di tessuto o di cellule», come scrivono i periti, sarebbe bastato a evitare lintervento. «Il medico - scrive De Angelis - non attende lesito o non richiede le analisi e agisce imprudentemente convinto delle sue capacità fondate sullesame obbiettivo, il cosiddetto occhio clinico». Locchio clinico di Huscher opera di tumore senza nemmeno unecografia; priva una donna della testa del pancreas e del piccolo intestino senza motivo; accelera la morte di un uomo a cui vengono asportati in blocco moncone gastrico, milza, colon, pancreas, lobo epatico e linfonodi. Arriva a proporre a un malato terminale «un intervento sperimentale». E la lista continua.
«Battaglia e lordine dei Medici non possono far finta di nulla - conclude Bernardini -. Si tratta comunque di una condotta grave su cui bisogna fare luce fino in fondo. Un malato devessere sicuro di finire sotto i ferri solo per il suo interesse». alemarani@tiscali.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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