«Radio Gnome Invisibile Part 1 - Flying Teapot»? Gli annali del rock lo raccontano come un disco sballato e coinvolgente, molto avant e anche pop, perfettamente calato nella controcultura dell'epoca (i primi anni Settanta), eppure con dosi industriali di ironia. D'altronde a chi potrebbe venire in mente oggi di basare un disco su una radio telepatica che trasmette da una teiera volante popolata da alieni e che un giorno atterra dalle parti del Tibet? Probabilmente a nessuno, ma quei tempi erano belli proprio per questo: accadevano cose improbabili, prendevano forma le idee più bislacche. Così, prendendo spunto da quel tema alquanto traballante l'australiano David Allen, leader indiscusso dei Gong, che in precedenza aveva fatto lega a Canterbury con Robert Wyatt e Kevin Ayers fondando i Soft Machine, compose una bizzarra trilogia rock. Un concentrato di fiaba, psichedelia, sesso, spiritualismo, esoterismo, lsd e aroma di cannabis.
Allen e i suoi Gong, all'epoca non solo un gruppo musicale ma una sorta di comune hippie freak, autentico «refugium peccatorum» per tutti gli strani del rock, sono di nuovo in tour per spegnere le loro 40 candeline. Per salutare la ricorrenza si presentano con una formazione che include gran parte dei loro membri storici: oltre ai due fondatori, Daevid Allen (voce e chitarra) e Gilli Smith (voce e «space whisper»), ci sono il genio eclettico del chitarrista e cantante Steve Hillage e Miquette Giraudy (voce e sintetizzatore), che si unirono alla band nel 1973-74. Accanto a loro, musicisti di pregio come Dave Sturt (basso), Chris Taylor (batteria e voce) e Theo Travis (sax e flauto), già con David Sylvian, Porcupine Tree e Robert Fripp.
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