Sul set Violante Placido: «La mia Moana? Una donna libera e ribelle»

Roma«Vivi come se dovessi morire domani. Ma pensa come se non dovessi morire mai». In questa spavalda legge di vita, c'è tutto il fondo di mascherata disperazione tipico di un'esistenza - in superficie - fatta solo di piacere e di libertà. La vita di Moana Pozzi. Non traggano in inganno la folgorante bellezza e la disinibizione totale della celebre pornostar: «Moana aveva un approccio alla vita totalmente privo di condizionamenti - riflette Violante Placido - E proprio questo le ha dato la forza per fare le scelte che ha fatto». Scelte estreme ma, in realtà, assai meno «liberatorie» di quanto si creda. Il che spiega perché - fedele alla scelta di soggetti «forti» e «politicamente scorretti», come «Quo vadis baby?», «Romanzo criminale», «Nel segno del male» - Sky abbia deciso di varare una fiction dedicata ad un personaggio inconsueto come la biondissima diva del porno.
Ancora un paio di settimane di riprese e «Moana» - due puntate dirette da Alfredo Peyretti e prodotte da Polivideo insieme a Sky Cinema - tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 saranno sugli schermi. Ma Violante Placido - biondo platinata, labbra rosso scarlatto e abito rosso scollato, identico a quello indossato dalla pornodiva per l'intervista con Pippo Baudo, che in qualche modo la «sdoganò» dai confini della pornografia - ha sul personaggio idee molto chiare. «Moana aveva dentro di sé qualcosa della ribelle. E aveva un entusiasmo, una gioia di vivere non comuni. Fu questo che la impose, oltre il suo aspetto esplosivo». Tanto che, quando il regista della miniserie prevede che «questo sarà un film arrapante» (a proposito delle prevedibili scene hard), l'attrice reagisce, pronta: «Arrapante è un termine che sminuisce un po' tutto». A quindici anni dalla morte (avvenuta ad appena 33) «Moana» ripercorrerà quindi la scalata della ragazza di provincia, di estrazione borghese ed educazione cattolica: il matrimonio con Antonio Di Ciesco (interpretato da Michele Venitucci), il lavoro per la società pornografica «Diva Futura» di Riccardo Schicchi (Fausto Paradivino) accanto alla collega Cicciolina (Giorgia Wurth) e alla sorella Baby Pozzi (Elena Bouryka).

Ma anche l'avventura nella politica col «Partito dell'Amore», l'amicizia con uomini importanti degli anni ’80 e ’90, la considerazione di celebri firme, come Montanelli e Fellini (che la volle in «Ginger e Fred», eliminandola però al montaggio). E fino alla tragica morte, avvenuta a causa di un tumore.

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