Cronaca locale

Sul taser il Comune si pente e studia la sperimentazione

Palazzo Marino al lavoro con il Ministero per capire come dotare anche i vigili urbani della pistola elettrica

Sul taser il Comune si pente e studia la sperimentazione

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Con il taser non sarebbe successo. Lo sostengono i formatori del corpo della polizia locale e lo sostengono i sindacati. La pistola elettrica avrebbe permesso di bloccare immediatamente la trans brasiliana evitando che si arrivasse ai colpi con il distanziatore come appare nelle immagini del video che ha scandalizzato Milano.

Il comune però sta lavorando all'introduzione della sperimentazione del taser tra i vigili, di concerto con il Ministero. Mentre per le forze di polizia la sperimentazione si è conclusa e la pistola elettrica è stata adottata dai rispettivi corpi, per la polizia locale - fa sapere Palazzo Marino - la sperimentazione ancora non c'è e si sta lavorando appunto per capire modalità, regole e confini dell'introduzione di questa nuova arma, che richiede un lungo e complesso iter autorizzativo.

Riccardo De Corato, vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera ed ex vice sindaco, che ha annunciato anche un'interrogazione parlamentare sulla vicenda, sostiene che «se alla Polizia Locale fosse stato fornito il taser, a quest'ora la trans sarebbe stata immobilizzata immediatamente e non sarebbe sorto alcun tipo di problema o inconveniente». Di tutta questa vicenda, «di cui è stata divulgata solo la parte finale - aggiunge De Corato- l'unico a pagarne le conseguenze è stato il povero vigile in servizio, che ha ricevuto pure diversi sputi dalla trans». Non è finita. Bruna, la trans, ha annunciato venerdì sera tramite la sua legale di essere pronta a denunciare gli agenti, che rischiano di dover affrontare anche il processo.

Milano ha un rapporto molto ambiguo con la pistola elettrica: dal 2018 quando uscì il Decreto Salvini su Sicurezza e immigrazione che prevedeva per i comuni con più di 100mila abitanti la possibilità di dotare 2 poliziotti municipali di «armi comuni ad impulso elettrico» in via sperimentale per sei mesi, si è espresso una volta contro (2019) e una volta a favore (2022). Il decreto prevedeva che al termine del periodo di prova, i Comuni, «con proprio regolamento» potessero assegnare l'arma ai reparti.

Nel 2019 il Consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno, presentato dal gruppo Milano Progressista, che chiedeva alla giunta guidata da Beppe Sala di non dotare il corpo di polizia locale di queste pistole. Il documento viene approvato a larga maggioranza (con i voti contrari di Lega e Forza Italia, astenuto il M5s). «Milano promuove e tutela i diritti fondamentali della persona - si legge nell'odg - che verrebbero lesi con l'uso del taser e con i suoi effetti altamente nocivi e rischiosi per la salute». Queste pistole sarebbero «dispositivi particolarmente pericolosi, specie nei confronti dei soggetti più vulnerabili, e lesivi dei diritti fondamentali della persona». Il 31 marzo 2022 il consiglio approvava una mozione opposta: si chiede l'avvio della sperimentazione per l'utilizzo da parte della polizia locale della «pistola elettrica», da metà marzo in dotazione a carabinieri e polizia.

«Ora spetterà alla giunta valutare le modalità di avvio della sperimentazione e la successiva modifica del regolamento della polizia locale» annunciava Silvia Sardone, consigliera comunale della Lega e prima firmataria del documento.

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