«Sul terzo scalo resa della Regione»

Dismissione di Ciampino come aeroporto low cost. Conferenza dei servizi immediata per realizzare al più presto lo scalo di Viterbo. Rapida individuazione di un quarto 8anzi, terzo) scalo a valenza regionale nel Basso Lazio. Rafforzamento del ruolo di hub intercontinentale del Leonardo da Vinci di Fiumicino. Sono le azioni essenziali che il presidente della Regione Piero Marrazzo dovrà mettere in atto, in base all’ordine del giorno votato ieri dal consiglio regionale al termine del dibattito sul sistema aeroportuale del Lazio. Un odg votato dalla maggioranza compatta, che però non ha soddisfatto l’opposizione, che ha vito bocciata la risoluzione presentata per chiedere l’istituzione di una commissione mista Regione Lazio-Ministero dei Trasporti per scegliere, entro 30 giorni, e prima della conferenza Stato-Regioni per la ratifica dell’accordo di programma, la localizzazione più idonea per il terzo aeroporto del Lazio. «Evidentemente- fa notare il capogruppo di Fi Alfredo Pallone - la maggioranza non condivideva la concertazione sottesa a questa risoluzione. La verità è soltanto una: sono tutti terrorizzati di infastidire Veltroni al punto che all’ultimo capoverso dell’ordine del giorno presentato e approvato dalla maggioranza hanno inserito una precisazione, davvero superflua, su Fiumicino. La morale è questa: chi tocca Roma muore!». Di «resa umiliante della Regione Lazio» parla invece il capogruppo di An Antonio Cicchetti, secondo il quale quello di ieri è stato «un consiglio distratto, con vistose assenze, che ha subito una decisione poco meditata che la maggioranza non ha accettato di far verificare da una commissione mista Consiglio regionale-ministero dei Trasporti, vincolata a concludere le valutazioni entro il termine perentorio di trenta giorni, come richiesto da larghi settori dell’opposizione.

Lo scenario che si prospetta, dopo che la Regione Lazio ha omesso di recitare il proprio ruolo istituzionale è quello di spostare il caos, che innumerevoli e veementi proteste aveva suscitato, da Ciampino a Viterbo. Si tratta di un’umiliante resa della Regione Lazio ai voleri di qualche lobby ministeriale».

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