da Milano
Sullapplicazione della legge 194 sullaborto, i cattolici «debbono farsi un esame di coscienza». Parola di Rosy Bindi, cattolica (adulta, naturalmente) esponente del Pd e ministro della Famiglia. Lex democristiana allieva di Vittorio Bachelet è intervenuta nel dibattito scaturito dalla proposta di Giuliano Ferrara di moratoria dellaborto e ha spiegato il suo pensiero. Una proposta già appoggiata da Camillo Ruini, ex presidente della Conferenza episcopale italiana, dallarcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, e da numerosi esponenti del centrodestra. «Se la legge 194 - ha detto la Bindi - è stata applicata solo limitatamente agli articoli sullinterruzione della gravidanza e non anche, come dovrebbe essere, sulla tutela della maternità, è perché quella legge è stata combattuta e chi lo ha fatto è stato principalmente il mondo cattolico». Secondo la Bindi, sul fronte del progresso scientifico «non ci sono stati cambiamenti tali da giustificare la riapertura di un iter legislativo» della legge sullinterruzione della gravidanza e in ogni caso «il Paese non è pronto per una lacerazione così profonda». Il ministro della Famiglia ha infine osservato che «cè stato, però, un cambiamento positivo nel clima culturale. Non ho mai sentito parlare dellaborto come di una conquista ma come qualcosa che bisogna fare di tutto per evitare. Su questo bisogna lavorare, creando le condizioni perché la donna sia davvero aiutata a scegliere liberamente».
Una presa di posizione che ha rassicurato le componenti dellUnione più conservatrici in tema di legislazione sullaborto. «Sono confortata - ha commentato prontamente Manuela Palermi, presidente dei senatori del gruppo Verdi-Pdci - dalle parole di Rosy Bindi sulla 194. Mai le donne hanno inteso laborto come una conquista, solo dei pazzi fanatici possono pensarlo».
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