Sull’ex teatro Gerini le mire dei centri sociali

Sirene e vecchie strategie leniniste. Quando la sinistra è in crisi di credibilità politica, imbocca la via trasversale. Quella della cultura, dell’ambiente. Più grande è la confusione di sigle, rivendicazioni, meglio è. Succede all’ex Teatro Gerini, in via Tiburtina. L’edificio, ormai da anni nel degrado, fa parte di un ampio complesso (scuola, oratorio, campi sportivi), già proprietà dei Salesiani, da poco venduto da questi ai privati (Amplired spa) per farci un grosso centro commerciale. Va da sè che un moderno megastore mal si concilia con vecchie mura cadenti. Quindi, via alle demolizioni. Si dà il caso, però, che fino a un anno fa il teatro fosse presidiato dai soliti fratellini dei Disobbedienti. Il disegno era farci spettacoli, recite, rivestendo a costo zero i panni degli imprenditori. Il centro sociale Brancaleone docet.
Che fare?, direbbe Lenin. In difesa del teatro è sorto il centro sociale «Salviamo il Gerini», e si sono fatti sotto: Indymedia, Rete di mutuo soccorso, comunisti del PdCI del V municipio, e perfino gli amici di Beppe Grillo. Il meglio dell’ultra-sinistra. Accuse, denunce, parole forti. Basta leggere il sito beppegrillo.meetup.com.
La Rete di mutuo soccorso (venti sigle fra cui Associazione ex-Lavanderia (Santa Maria della Pietà), Viviamo Vitinia, CdQ Casalbertone, Comitato 100Celle Aperte, Comitato No-corridoio Tirrenico, Rete Nuovo Municipio IV, Comunità Territoriale X Municipio, Comitato Promotore per il Parco di Rocca Cencia, Comitato Salviamo il Gerini, ecc) non ne fa mistero: la sua linea è diametralmente opposta ai «barbari» del centrodestra. I Mutuo-soccorritori vogliono che l’ex-Lavanderia al Santa Maria della Pietà venga assegnata dal Comune di Roma ai centri sociali, sostengono a spada tratta gli okkupanti dell’Horus, condannano «la chiusura del Teatro del Lido, il voltafaccia relativo alla ex colonia Vittorio Emanuele, la futura autostrada Roma-Latina». Di recente hanno sparato a zero contro il via alle complanari dell’A24, appena deciso da Anas, Regione, Comune di Roma.
No alle autostrade, no agli investimenti privati, sì all’autogestione degli spazi. Questa la miscela. Di fatto la sinistra antagonista, dietro il paravento della difesa dell’ambiente e della cultura, punta a rifondarsi nei municipi rossi: X, XI, e appunto V. Crea meraviglia, in questo contesto, che l’assessore capitolino alla cultura, Croppi, la scorsa settimana abbia effettuato un sopralluogo al Gerini, con alcuni esponenti della sinistra radicale, e pubblicamente annunciato l’intenzione di acquisire il teatro, «garantendo spazi e occasioni culturali» al quartiere. Ma al quartiere in che senso? Agli oratori, alle scuole o ai reduci della stagione del «Che»?
A rispondere, per ora, ci pensa la consigliera della sinistra radicale (Sd), Maria Gemma Azuni, che dà appuntamento a luglio all’ex Gerini «per festeggiare» la promessa assieme ai ragazzi di «Salviamo il Gerini».

Alla festa, annuncia la Azuni, sarà invitato anche Croppi, immaginiamo con i boys di Beppe Grillo, Radio Action, la Rete di mutuo soccorso, il PdCI. Gli stessi che il 23 maggio hanno sfilato in corteo a Torrespaccata al grido di «La periferia che sfida Alemanno». Questione di coerenza.

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