Caro Granzotto, scrivo in merito a un interrogativo che mi pongo da anni su quellimmane tragedia quale fu lOlocausto. Le chiedo: i governi di Stati Uniti e Inghilterra sapevano o no di quanto stava avvenendo nel cuore dellEuropa? Gli storici concordano nel dire che quei governi ne fossero totalmente alloscuro. Mi domando per quale motivo si sia dato per scontato che Pio XII ne sapesse e volutamente «avesse taciuto».
Le cose non stanno in questo modo, caro Lomolino. Non cè unanimità - e quindi non tutti danno per scontato - che Stati Uniti e Inghilterra fossero alloscuro dellOlocausto mentre ne era a conoscenza, tacendo, Papa Pio XII. Inoltre, così comè la questione è mal posta: bisogna infatti distinguere la persecuzione antiebraica dalla «Endlösung», la Soluzione finale, ovvero lo sterminio di massa, lOlocausto. La prima era, di qua e di là dellOceano, di dominio pubblico. Di contro, tutto lascia credere che lesito finale della persecuzione - le camere a gas - fosse ignorato; anche da Papa Pacelli a meno di non ritenerlo, in combutta con Hitler, impegnato a sterminare gli ebrei dEuropa. Eppure, nonostante unenorme mole di dati, di documenti, di fatti e di testimonianze che attestano il contrario (già nel 45 il Congresso ebraico mondiale fece dono di 20mila dollari per le opere di carità della Chiesa «in riconoscimento dellopera svolta dalla Santa Sede per salvare gli ebrei dalle persecuzioni fascista e nazista»), cè invece chi sostiene che Pio XII contribuì, non fossaltro che col silenzio-assenso, alla furia antisemita del Führer. Gli autori dei libri dedicati allargomento si dividono equamente fra colpevolisti e innocentisti, ma ciò che è interessante è che questi ultimi si appellano a centinaia e centinaia di riscontri, di dati di fatto, di dichiarazioni e di documenti. I colpevolisti, al contrario, si limitano a imputare a Pio XII una sola colpa: laver taciuto. Non aver cioè denunciato con un discorso o con un documento ufficiale la persecuzione (qualcuno arriva a dire lOlocausto) nazifascista. Non aver fatta sentire la sua voce dopo la retata del 16 ottobre a Roma, eseguita «sotto le sue finestre», espressione che poi diventerà il titolo - «Under His Very Windows» - del libro dellamericana Susan Zuccotti, la più animosa tra i colpevolisti. Resta da chiedersi se il silenzio del Papa equivaleva a un assenso o non fu posto in atto per non provocare lira, listeria di Hitler. Mettendosi apertamente contro, Papa Pacelli avrebbe potuto fare quello che poi fece, cioè dare rifugio in chiese, conventi, Vaticano stesso, Castelgandolfo e istituti religiosi a migliaia debrei? (È opportuno ricordare che mentre l80 per cento degli ebrei europei è perita nel corso del conflitto, l80 per cento degli ebrei italiani furono salvati. Non solo dalla Chiesa, ma soprattutto dalla Chiesa). Non ci avrebbero messo molto, le SS, a violare lextraterritorialità vaticana e la intangibilità delle chiese. Questa è unopinione, certo, ma suffragata dal giudizio di Robert Kempner che in qualità di membro della Commissione per i crimini di guerra al processo di Norimberga ebbe modo di interrogare molti gerarchi nazisti sullargomento. Il suo responso fu: «Ogni presa di posizione della Chiesa cattolica contro il Reich hitleriano sarebbe stato non solo suicida, ma avrebbe affrettato lesecuzione di ancor più numerosi ebrei e sacerdoti».
Paolo Granzotto
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