In fin dei conti ci vuole poco: un tocco, un guizzo, larmonia. Il video dei Keane è semplicissimo e i tre minuti di Is it any wonder (dal disco Under the iron sea in uscita a giugno) corrono via veloci senza bisogno del solito sfoggio di effetti speciali o alchimie tecnologiche. I Keane (che nonostante i 5 milioni di copie vendute con il cd Hopes and fears mantengono il loro esangue look da periferia inglese) suonano in uno stanzone che è semplice come il loro rock: cè spazio per chitarra, basso, batteria e per quella tensione ingenua, per quella grinta appassionata che è merce rara nelle classifiche. Perciò al regista è stato sufficiente piazzare nello stanzone un mini-ottovolante sul quale far correre la telecamera, su e giù tra i musicisti. Così il video si divide in due direzioni. Da una parte la musica, con il riff che ricorda gli U2 di Achtung baby. Dallaltra la corsa isterica della camera, che prende il ritmo delle paure e, soprattutto, delle ossessioni indefinite che i Keane provano a comprimere nella semplice struttura di una canzone.
Con questo sdoppiamento si perdono per strada tutti i paramenti retorici che ormai ingolfano il rock, castrandolo. Quello che vedete e quello che sentite coincidono, e scusate se è poco.KEANE - Is it any wonder (Universal)
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