Sulla gara per il Recup con un solo concorrente ora indaga la Procura

Marzio Fianese

Le buste non sono state ancora aperte, ma sulla gara d’appalto triennale per l’organizzazione e la gestione dei servizi sociosanitari, tra i quali il call center del Recup, si è scatenato un vero putiferio, con tanto di inchiesta della Procura. Ora anche i magistrati vogliono vederci chiaro su questo bando da oltre 53 milioni indetto dalla Regione e affidato alla Lait (già Laziomatica) che, alla sua scadenza, conterebbe un solo concorrente: la cooperativa Capodarco, nella quale si vocifera abbia (o abbia avuto) interessi l’attuale assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia, avendo fondato 40 anni fa l’omonima comunità.
Si potrebbe dunque profilare un caso di conflitto di interessi e per questo la questione è già finita all’attenzione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la quale avrebbe già chiesto spiegazioni sui criteri e le modalità del bando, e della Commissione europea. Il fatto strano è che a segnalare il caso con un doppio esposto, e poi con un’interrogazione all’assessore Battaglia, è stato Alessio D’Amato (gruppo Ambiente e Lavoro), consigliere della stessa maggioranza di centrosinistra. Anche i pm Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri, gli stessi che indagano su Lady Asl e sui presunti casi di corruzione all’interno della sanità regionale, vogliono verificare se l’appalto si sia svolto regolarmente o se, come qualcuno sospetta, sia stato pilotato per favorire un’unica società con criteri di selezione che escludessero a priori candidati diversi. I requisiti richiesti, a ben vedere, erano piuttosto ristretti: il bando prevedeva che i partecipanti appartenessero a cooperative sociali - con un organico non inferiore a trecento unità con contratto a tempo indeterminato e con almeno cento dipendenti disabili - che «negli ultimi tre esercizi finanziari chiusi abbiano fatturato almeno trenta milioni di euro».
In caso di presentazione di una sola offerta il capitolato d’appalto prevedeva inoltre che l’amministrazione potesse procedere ugualmente all’aggiudicazione. E il 20 novembre, due giorni prima della prevista apertura delle buste (poi slittata di qualche giorno), l’unica offerta pervenuta era appunto quella della Capodarco. Tutto regolare? Sarà la Procura a stabilirlo, seppur il consigliere D’Amato abbia già chiesto che il bando venga annullato «per valorizzare la pluralità delle offerte e la concorrenza tra le imprese».
L’assessore Battaglia, dopo aver negato di essere socio della cooperativa, replica alle accuse parlando di «critiche ingenerose». «Il Recup - sostiene - è una delle poche cose buone che ha fatto chi mi ha preceduto. È uno dei servizi che funziona bene ed è un valore per tutti che la metà degli addetti siano disabili». Tutto regolare anche per l’assessore regionale all’Informatica Mario Michelangeli: «Mi stupisco come il consigliere D’Amato abbia presentato un’interrogazione sulla gara del Recup e sono esterrefatto nell’apprendere che sappia già il vincitore dell’appalto. È stata appena espletata una gara europea di evidenza pubblica approvata all’unanimità dalla giunta regionale, presenti tutti gli assessori e non ci risultano interrogazioni di D’Amato durante la giunta Storace quando il servizio Recup veniva gestito senza procedure certe e con affidamento diretto.

Inoltre il costo di tale servizio, essendo per chiamata - prosegue l’assessore - è cresciuto di anno in anno, fino a raggiungere nel 2006 una cifra intorno ai 21 milioni di euro, essendo aumentate le chiamate per prenotazioni sanitarie, solo in quest’ultimo anno, di circa il 20 per cento. Invece, con la gara, il costo sarà inferiore a quanto oggi spende la Regione, con un risparmio annuo intorno ai 3-4 milioni di euro, salvo ulteriore ribasso d’asta, data la natura forfettaria della gara stessa».

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