Le voci critiche, infatti, sono state diverse. A partire da quella del ministro della Salute Ferruccio Fazio: «Cè una legge, se la leggano, perché tutte le leggi vanno rispettate. Tutte le Regioni devono attenersi alle indicazioni del Consiglio superiore di sanità che prevedono, nel rispetto della legge 194, che la pillola Ru486 venga data in ricovero ordinario fino allavvenuto aborto». Anche per questo Cota decide di tornare sullargomento spiegando che non cè lintenzione di fare alcuna crociata. «Ho sempre avuto una posizione chiara - spiega il neogovernatore del Piemonte - e mai contro la legge. Quello che ho detto in questi giorni sono le stesse cose che ho detto in campagna elettorale».
Anche Zaia sceglie la via della prudenza: «Quando si parla di pillola abortiva, bisogna tener conto che si tratta, come giustamente fa Fazio, di una terapia che va somministrata in ambiente protetto. Come si può mettere in discussione la necessità che giovani esistenze non vengano lasciate sole e in balìa di fenomeni che potrebbero essere davvero pericolosi in un momento così drammatico della loro vita?».
Insomma, il punto è che la somministrazione deve avvenire esclusivamente in una struttura ospedaliera. E in questo senso insiste anche Andrea Gibelli, indicato dalla Lega come vicepresidente della nuova giunta. «Il tema dovrà essere necessariamente al centro del confronto nelle primissime sedute del nuovo Consiglio regionale perché - spiega Gibelli - la legge sullaborto è ormai storicamente superata».
Roberto Formigoni, però, sembra essere decisamente più prudente. «Rimaniamo contrari idealmente e culturalmente alla Ru486 - spiega il governatore della Lombardia - ma al suo utilizzo non possiamo opporci per il doveroso rispetto che ogni Regione ha nei confronti delle leggi e dei provvedimenti dello Stato».
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