Milano Insomma, rieccolo. Della sua gioventù, Giuseppe Cionfoli conserva senzaltro la grinta. Adesso che ha 57 anni parla come quando debuttò come Fra Cionfoli al Festival di Sanremo e scatenò quel putiferio di polemiche che tutti ricordano: un frate allAriston, una specie di ossimoro. «Avevo fatto il noviziato indossando il saio per undici mesi», dice ora e poi precisa che ha sempre partecipato agli show tv «in ubbidienza», ossia con il permesso dei superiori che lui definisce «il foglio di via». Per farla breve, questo brindisino che non le manda a dire non è più frate, ha tre figli, si è sposato nell88 con la figlia dellautista e ora si gioca la carta del rilancio con il musical su Padre Pio che è forse loperazione più complessa e prestigiosa di tutta la sua carriera.
Giuseppe Cionfoli, la sua sembra unoperazione fatta apposta per suscitare scalpore.
«Mi sono avvicinato a Padre Pio quando avevo 16 anni. Mi invitarono a fare una gita San Giovanni Rotondo ma non avevo le 4mila lire necessarie per andarci».
E poi?
«Mi avvicinai alle sue parole e successivamente volli diventare frate cappuccino come lui».
Lei però adesso non è più frate. E il suo abbandono è stata una vicenda complessa.
«Sono uscito definitivamente dallOrdine nel 1988, poco prima di sposarmi. Mia moglie è la figlia dellautista che mi accompagnava ai concerti e ho tre figli, Samuel, Vera e Consuelo. Ma la mia spiritualità non ne ha risentito: frate ero e frate sono rimasto. Ogni tanto mia moglie dice: vai un po a riflettere in convento. E in effetti il chiostro mi manca».
Ma da civile che lavoro fa?
«Io sono pittore e scultore. E ho sempre continuato a esibirmi in pubblico, soprattutto destate. Però è difficile fare il cantante cantando Gesù Cristo».
Adesso la aspetta un debutto importante.
«Questa opera lha voluta Padre Pio».
Addirittura.
«Tre anni fa ho cantato sulla sua tomba.
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