da Roma
LUnione rischia lincidente diplomatico sulla tassa di successione e Clemente Mastella, per dormire sonni tranquilli, non vuole sentire ragioni e giustificazioni. «LUdeur porrà il veto su provvedimenti fiscali che potrebbero penalizzare i piccoli patrimoni», avverte il leader centrista, poco intenzionato a far spaventare i potenziali elettori. «Sono contrario - aggiunge - a tutto ciò che riguarda tasse esagerate sulla prima casa che tocchino il ceto medio e la famiglia media italiana». Argomenti che per lUdeur costituiranno la ragion dessere nel futuro governo: «Per noi non se ne parla assolutamente, e quindi porremo il veto sulle attività di governo». Veto o crisi che dir si voglia, le intenzioni sono esplicite.
In peccato di chiarezza è stavolta inciampato (non si sa quanto freudianamente) Fausto Bertinotti. Pressato da Silvio Berlusconi a «Ballarò», ha infatti parlato di un ritorno alla soglia di tassazione ereditaria esistente prima dellabrogazione, ovvero quella per patrimoni superiori ai 180mila euro. Facendo sobbalzare sulla sedia il leader Romano Prodi. Ieri mattina in una conferenza stampa Prodi ha tenuto a precisare che lesempio usato da Bertinotti «non corrisponde a quanto cè scritto sul programma. La tassa di successione ci sarà solo per ricchissimi, in Usa ad esempio sono poche migliaia di persone...». Rivolto ai giornalisti ha scherzato: «In questa sala non cè nessuno che ci possa rientrare...». Non era ancora chiaro se la divergenza di vedute avrebbe aperto lennesimo fronte interno.
Ma a metà mattinata giungeva il mea culpa di Bertinotti: «Ha ragione Prodi, nel programma non si parla di cifre, le mie erano soltanto esemplificazioni per rispondere alle sollecitazioni e alle provocazioni di Berlusconi...». Limportante, spiegava il leader rifondatore, «è che allinterno del programma ci sia limpegno a ricostruire limposta sulla successione dei grandi patrimoni. Quali siano è un dato tecnico che si vedrà successivamente. Nessun equivoco, nessun conflitto con Prodi». Lo scivolone fatto in diretta a «Ballarò», dove il clima acceso e la presenza della Bonino sono sembrati mettere in difficoltà leloquio bertinottiano, hanno indotto il leader di Prc a precisare anche come sia «inutile inseguire tutte le manifestazioni grottesche di una politica disperata, quella della Cdl... Il confronto tra di noi ci sarà oggi, domani e tra dieci anni, perché è evidente che ci sono convergenze e divergenze. Non mi paiono delle novità salienti; la novità, invece, è che abbiamo un programma comune...».
Prodi ha potuto prendere atto con soddisfazione il tranquillizzante chiarimento di Bertinotti e gettare ancora una volta la palla nel campo della «destra che inventa il nostro programma e dice menzogne: la tassa di successione verrà reintrodotta per i grandi ricchi... che sono grandi ricchi e basta, inutile fare speculazioni». Del nuovo limite da cui far partire la tassazione non cè ancora alcuna traccia.
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