Claudia Passa
Sarà soltanto un caso, lennesima fortuita coincidenza voluta dal destino. Le piogge torrenziali delle ultime settimane che hanno trasformato la città in una palude, i recenti incidenti mortali la cui dinamica non consente di escludere la responsabilità del dissesto del manto stradale, lattacco frontale di Forza Italia sulla mancanza di manutenzione della rete viaria, e poi - puntuale come un orologio svizzero - lannuncio a mezzo stampa, e in grande stile. Un copione che sembra ripetersi, casuale o meno che sia.
«Strade, arriva un appalto lungo nove anni». Questo il titolo a nove colonne che ieri salutava lultima idea del Campidoglio: un bando di gara appena partito (lo scorso 30 dicembre) per laffidamento a strutture private, dal 2006 al 2014, della «gestione, manutenzione e sorveglianza» di circa 800 chilometri di strade ad alta percorrenza. Undici milioni di metri quadrati di superficie asfaltata, due milioni e duecentomila metri quadrati di marciapiedi. Quasi 600 milioni di euro lammontare complessivo dellappalto, ripartito nel corso degli anni di durata della concessione. Fino a quel momento, come si suol dire, chi vivrà vedrà.
Per il prossimo decennio, insomma, Veltroni e la sua squadra - nella fattispecie lassessore ai Lavori Pubblici Giancarlo DAlessandro - promettono faville. Aspettare per credere. Se con la nuova promessa centrino qualcosa le drammatiche conseguenze del maltempo, le pericolose voragini che costellano lasfalto della Città Eterna, non è dato sapere. Così come non è dato sapere se a determinare i vertici capitolini a «sparare» lannuncio con tale tempismo mediaticamente perfetto sia stato il duro attacco di Beatrice Lorenzin, coordinatrice regionale di Forza Italia, e di Pasquale De Luca, capogruppo azzurro in Campidoglio, che laltro ieri domandavano: «Dovè la Roma che aspira ad ospitare le Olimpiadi del 2016? È precipitata in una delle tante buche diffuse sulle sue arterie stradali».
Non solo: «Le intense precipitazioni che si sono concentrate sul cielo della capitale - affermava De Luca - non possono giustificare la mancanza di manutenzione stradale che dal centro alle periferie provoca non solo ingorghi di traffico insopportabili, ma mette a rischio lincolumità di pedoni e di chi è al volante». E giù la Lorenzin a dare laffondo: «Se poi a queste carenze fisse si aggiungono gli improvvisi, quanto puntuali cali di tensione elettrica in zone centrali della Capitale, problemi che Forza Italia aveva più volte sottolineato nelle sue battaglie in aula Giulio Cesare sulle inadempienze dellAcea in questi cinque anni di consiliatura, possiamo solo constatare che ancora una volta Veltroni si fregia di governare la Roma del 2016, ma chiude gli occhi o finge di non vedere quella del 2006».
Una questione atavica, quella delle buche stradali. Un cane che si morde la coda: una inveterata consuetudine del Campidoglio vuole infatti che i bandi di gara per la manutenzione stradale prevedano spesso e volentieri requisiti accessibili soltanto a imprese-colosso che poi, allatto pratico, non si occupano direttamente di tappare le voragini e curare lasfalto. La palla passa di mano in mano, dalle grandi industrie alle medie imprese, fino al livello «operativo» che - di passaggio in passaggio - si trova frequentemente a raccogliere le briciole del compenso. I costi non sono indifferenti, i materiali costano. Così con i limitati budget che restano a disposizione si procede spesso a «rattoppi» superficiali, che col primo acquazzone cedono alle intemperie.
Sarà anche questo andazzo consolidato negli anni ad aver suggerito allamministrazione comunale lidea del maxi-appalto, «spalmato» su nove anni, annunciato ieri.
Sulle buche il Campidoglio si affida agli annunci
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