Sulle rotte di Hugo Pratt, navigatore di romanzi

Daniele Clarizia ripercorre le avventure (editoriali e non) del grande disegnatore

Sulle rotte di Hugo Pratt, navigatore di romanzi

C'è un naufrago che compare, emergendo dalle onde, sulle pagine - stampate su carta a buon mercato - del primo numero della rivista Sgt. Kirk uscito nel luglio del 1967. Si chiama Corto Maltese.

L'avventura di Sgt. Kirk nasce nel ristorante veneziano «Da Ciccio», dove il disegnatore Hugo Pratt (1927 - 1995) incontra l'imprenditore genovese Florenzo Ivaldi, che univa ai capitali la passione del fumetto. Il titolo della rivista era un omaggio ad un personaggio disegnato da Pratt durante la sua permanenza in Argentina. Ma la vera novità della rivista è l'inedito avvio della Ballata del mare salato, ovvero delle avventure di Corto Maltese. Con la Ballata il fumetto italiano fa un enorme salto di qualità e si avvia verso la graphic novel e la letteratura. Il fumetto made in Italy conta già dei piccoli capolavori, basti pensare a Tex, ideato nel 1948 da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Ma Tex come molti eroi dei fumetti vive fuori dal tempo e lo farà per centinaia di numeri. Corto Maltese invece è nel tempo, ha una vicenda che evolve e che è letteratura.

Le tavole in bianco e nero della Ballata, pensate per dare colore al fantastico, prendono l'avvio da una prefazione affidata alla voce dell'Oceano Pacifico in persona.

«Sono l'Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo, ma non è vero che sono sempre calmo. A volte mi secco e allora do una spazzolata a tutti e a tutto».

Un esordio letterario in tutti i sensi per la creazione di un personaggio che è assolutamente una summa della letteratura. E proprio per questo ha un suo tempo, una sua biografia e una sua evoluzione. Corto nasce a La Valletta il 10 luglio del 1887. È figlio di una danzatrice gitana di Siviglia e di un marinaio della Cornovaglia. Studia alla scuola ebraica de La Valletta e in seguito a Cordova, dove il rabbino Ezra Toledano, amante della madre, lo inizia ai testi dello Zohar e della Cabbala. Quando, durante la sua permanenza a Cordova, una cartomante si accorge che Corto non possiede la linea della fortuna sulla mano sinistra, Corto Maltese prende un rasoio d'argento di suo padre e se ne incide una da solo. Poi diventa un pirata, un avventuriero che nel tempo impara, sbaglia, cambia... Con lui nel fumetto italiano arriva il romanzo fatto a disegni.

Il fumetto smette di essere puro intrattenimento popolare e diventa il luogo delle citazioni. Il marinaio Corto Maltese porta nelle tavole che raccontano la sua vita un numero impressionante di riferimenti letterari.

Già il titolo Ballata è ovviamente un richiamo pressoché diretto a La ballata del vecchio marinaio di Samuel T. Coleridge. E dentro le tavole dedicate a Corto Maltese non serve molta fatica per trovare continui rimandi a Herman Melville, Percy Shelley, Omero, Conrad, Rainer Maria Rilke e ovviamente Salgari utilizzato a piene mani. Gli scrittori come Jack London diventano addirittura coprotagonisti delle avventure. E anche la storia e la metastoria diventano il carburante necessario di questa navigazione dove reale e meraviglioso si sciolgono l'uno nell'altro senza soluzione di continuità. Per dirla con le parole di Pratt, in una intervista rilasciata a L'Unità nel 1994: «Bisogna leggere molto per fare un buon fumetto, anche cinquanta libri per tirarne fuori venti pagine».

Per riscoprire tutto questo gigantesco retroterra culturale, spesso racchiuso in un singolo tratto d'inchiostro o in una battuta, niente di meglio del saggio appena pubblicato per i tipi di Luni editrice e a firma di Daniele Clarizia: Hugo Pratt e Corto Maltese. Letteratura e avventure editoriali di «Una ballata del mare salato» (pagg. 176, euro 21). Clarizia è responsabile di editoria e comunicazione in EduCatt, l'ente per il diritto allo studio dell'Università Cattolica ed è da sempre un lettore appassionato di fumetti: si è laureato in Lettere classiche proprio con una tesi in linguistica sulla Ballata del mare salato e sull'opera di Hugo Pratt.

In questo libro, a trent'anni dalla morte di Hugo Pratt e in concomitanza con la mostra di Siena Geografie immaginarie a lui dedicata (fino al 19 ottobre 2025), ripercorre questa incredibile storia editoriale evidenziandone la potenza creativa incredibile.

Per usare le sue parole: «Il fatto è che la vicenda editoriale dell'opera di Pratt, e in particolare della Ballata del mare salato, narra una storia che, a partire dall'idea di un artista e dal coraggio di un imprenditore appassionato, ha la stessa ampiezza d'orizzonte e il medesimo sapore d'avventura dell'immaginario che mette in scena. Si evolve, diventando matura assieme al suo autore, come il personaggio che emerge da quell'onda dell'Oceano Pacifico...».

Nel libro poi ci sono infinite curiosità e diramazioni che faranno la gioia del cultore di Corto Maltese.

A partire dalla linguistica, una delle fisse di quel giramondo di Pratt che aveva un orecchio naturale per le lingue e si divertiva a giocarci ma mai per irrisione. «Se mi diverto a scrivere in gerundio è perché gli africani preferiscono parlare in una maniera che (per suono) si avvicina al nostro gerundio: amore per l'Africa e non sberleffo; lo stesso succede per i polinesiani che disegno per Una ballata del mare salato.

Hanno una parlata dolce come quella dei veneziani, e per questo mi diverto a farli parlare nel dialetto di mia madre».

Perché la grande avventura è così, sempre radicata tra l'infanzia, gli affetti più profondi e un desiderio dell'altrove più spinto, un futuro dove può andare solo chi ha un passato. Come Corto Maltese.

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