La Regione Liguria riscopre le chiese e i santuari, gli itinerari delle processioni, la degustazione di piatti tipici e prodotti artigianali e valorizza le antiche vie del commercio marittimo, con due nuovi progetti europei.
«Le due iniziative, in prevalenza cofinanziate dall'Unione Europea e in parte dalla Regione, diventano lo strumento per la valorizzazione del patrimonio folkloristico e se da un lato esalta l'identità locale, dall'altra permette di rafforzare i profondi legami culturali che ci uniscono all'Europa, al di là dei nostri confini - spiega Fabio Morchio, assessore alla Cultura -. Siamo una regione di navigatori e di pescatori e le tracce del nostro passato devono tornare visibili a tutti, in modo tale che il turismo sia il primo a beneficiarne. Abbiamo raccolto i diversi orientamenti europei e creato una serie di percorsi per promuovere cultura, arte e storia del territorio ligure».
«Le vie dei mercanti; le città dei mercanti. Conoscenza e valorizzazione della rete delle vie commerciali, terrestri e marittime mediterranee, dall'epoca romana all'età moderna», è il primo dei due progetti interregionali, che permetterà alla Regione di ricostruire la rete degli scambi o dei commerci dal punto di vista storico e archeologico. L'obiettivo è quello di concentrare l'attenzione su una serie di porti che vanno dal Mediterraneo al Baltico, collegati da una rete viaria attrezzata con ponti e traghetti, opere di sostegno e valichi montani, porte e dogane, uffici mercantili e magazzini, botteghe e stalle, locande e ospizi, fino a quando questi non sono stati sostituiti o abbandonati per via dello sviluppo dei nuovi mezzi di trasporto. Al progetto - che mobilita 320mila euro -, partecipano anche Malta, Portogallo, Spagna, la Regione Lazio e il Comune di Pisa. «Scopo di tale iniziativa - dichiara Tiziano Mannone dell'Istituto di Storia della Cultura Materiale di Genova -, è quello di accrescere l'interesse sul tema del recupero e della valorizzazione di questo importante patrimonio architettonico, storico e archeologico, prodotto nei secoli dal sistema dei commerci mediterranei».
Riti, cultura e feste popolari sono invece le parole chiave del secondo progetto che valorizzare soprattutto il folklore del ponente ligure, in particolare il territorio della provincia di Imperia. «Vi sono borghi, come Taggia o Triora o Ceriana, che per la complessità e la qualità dei riti meriterebbero a buon diritto il titolo di "capitali della festa" - aggiunge l'etnologo Paolo Giardelli, consulente del progetto - . È forse la prima volta che si investe seriamente sul "sapere" dei liguri e sulla sua cultura popolare». L'obiettivo in questo caso, è quello di offrire percorsi che incentrati sulla festa, mettano in relazione i beni culturali del territorio attraverso materiale promozionale, dalle guide ai cd rom al sito internet.
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