A dire la verità lui aveva fatto di tutto per farsi accettare dalla megera: una volta l'ha simpaticamente parcheggiata sopra una botola, un’altra le ha offerto una pozione fumante di colore verdastro, un’altra ancora si è fatto beccare dietro un cespuglio del giardino di casa con una cerbottana dalle frecce avvelenate, dicendo che, dai, voleva solo farle uno scherzetto. Poi non ce l’ha fatta più. E per liberarsi da quella maledizione non gli è rimasto di meglio che mettersi nelle mani di Dio, o meglio dei suoi rappresentanti del Tribunale ecclesiastico, a cui Antonio P., 37 anni, commerciante salernitano, si è rivolto come la mamma di Linda Blair a padre Lankaster nell’Esorcista. Prima o poi doveva succedere. Tre matrimoni su dieci, giurano le statistiche, finiscono per colpa della suocera che mette il dito tra moglie e marito, con la docile tenerezza di un rottweiler. C’è suocera e suocera, dicono, la mamma di lui in genere è peggio di quella di lei. Ma non in questa storia.
Antonio, prima di sposare la sua Gemma, nella chiesa di Sant’Andrea di Amalfi, dieci anni fa giusti, l’aveva detto chiaro e tondo, manco fosse un’anatema, davanti a testimoni. Se tua madre interferisce tra di noi giuro che divorzio. Ma figurati, caro, mammà starà al suo posto, vedrai. Invece niente. Mammà era sempre lì, con le sue belle pantofoline in felpa da lungodegente, a dare un’occhiatina distratta in tutti i cassetti, a riprendere il maritino ogni due per tre, a giudicare le abitudini degli sposini con l’elasticità di un comò di fine Ottocento.
Quattro mesi dopo si è rivolto a un legale per chiedere il divorzio. E, sorpresa, il Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Salernitano Lucano gli ha dato ragione, poi il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica ha reso di fatto esecutivo l’annullamento. Se i patti erano questi, la motivazione, le nozze non possono che essere annullate. Anche se Antonio della suocera parla solo bene: «Non ce la facevo più, con quella lì sempre per casa la mia vita si era trasformata in un inferno fatto di continui soprusi. La separazione è stata una specie di liberazione».
E Gemma? Si è rivolta alla Corte di Appello di Salerno che si è limitata a dichiarare efficace la sentenza anche per l’ordinamento italiano, quindi auguri e figli maschi. Sentenza senza precedenti che praticamente parifica l’invasione delle ultrasuocere all’infedeltà coniugale, una novità per quanto riguarda il diritto della Chiesa che conferma però, dicono gli esperti, un principio già consolidato nel diritto di famiglia italiano, se persino il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, raccomanda alle giovani coppie: mettete la suocera fuori casa. Certo un altro mondo è possibile: Barack Obama vuole la signora Marian, mamma di Michelle Robinson, alla Casa Bianca, sennò tanto lei ci viene lo stesso; Nicholas Sarkozy, la mammina di Carla, la signora Marysa Bruni Tedeschi, discreta come una cassa stereo di musica techno, se la vede all’Eliseo tutti i pomeriggi con la scusa che va lei a prendere il piccolo Aurelienne, così se capita da pure un’origliatina da spifferare alle amiche.
Gemma nel frattempo si è rifatta una vita: «Mia mamma ha fatto tutto quanto farebbe una madre che vede la propria figlia in difficoltà» ha spiegato. E Antonio pure: «La mamma della mia compagna? È una suocera buona e comprensiva. Avevo il terrore di conoscerla». Esagerato. Mica era la mamma di Carlà...
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