«Super Regioni anti crisi Io ho già fatto le prove»

MilanoRoberto Formigoni ha commissionato una serie di simulazioni dell’Italia che potrebbe essere. Il presidente della Lombardia, infatti, è convinto che ridisegnare i confini delle Regioni sia una buona soluzione da cui partire per ridurre i costi e aumentare la competitività.
Macroregioni come sistema anticrisi?
«Ho parlato di accorpamento delle Regioni. In Italia esistono ventidue regioni, ovvero venti regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano che hanno potere di regioni. Sono troppe e troppo piccole».
Sono così da tempo. Perché troppo piccole?
«Dal punto di vista dell’efficienza e dei costi. Ventidue regioni costano troppo e sono anche poco efficienti, perché le nostre regioni devono competere con le regioni europee. La Germania ha 16 laender e 82 milioni di abitanti. Noi siamo 60 milioni. E non dobbiamo confrontarci solo con le regioni tedesche ma anche con i cinesi, gli indiani...».
Questo progetto di accorpamento non è in controtendenza rispetto al federalismo?
«Noi dobbiamo fare meno regioni, più grandi, forti e competitive. A queste regioni più grandi noi dobbiamo finalmente attribuire i poteri previsti dall’articolo 116 del titolo V, poteri che la Lombardia chiede dal 2007. Ma sia il governo Prodi che il governo Berlusconi hanno fatto orecchie da mercante».
Che tipo di super-regione immagina?
«Voglio raccogliere consensi e dissensi, confrontarmi con gli alleati di governo, cioè in Lombardia con la Lega e a livello nazionale con la Lega e con i responsabili, ma anche con tutte le altre forze politiche, perché per fare questo bisogna cambiare la Costituzione. Nella Costituzione è scritto il numero delle regioni e sono scritti anche i nomi delle regioni».
Ha già trovato alleati?
«Ho parlato con le forze politiche e sto parlando con i colleghi governatori. Hanno voluto esprimere pubblicamente il loro consenso due uomini del Sud, Caldoro e Rotondi. Altri me l’hanno detto in privato».
La Lega dice che lei ha rubato l’idea a Miglio e Bossi.
«La mia non è una boutade estiva, è una proposta che si rivolge soprattutto alla Lega e che non vuole scavalcare i leghisti, nient’affatto. Sono convinto che a loro piacerà perché riconosco volentieri che la Lega un tempo portava avanti una proposta del genere».
Vuol dire che la Lega ha dimenticato il progetto?
«Certamente in questa mia riflessione ho ben presente gli studi e le riflessioni di Miglio e di Bossi, come della Fondazione Agnelli e degli altri studiosi che in passato hanno affrontato questo argomento».
E la Lombardia?
«La Lombardia è l’unica regione veramente europea con 10 milioni di abitanti. Se tutti fossero come noi, avremmo sei regioni. Ma non voglio mettermi in cattedra. Ritengo che anche la Lombardia possa unirsi con altri territori. Le nuove regioni possono essere la sommatoria di regioni già esistenti ma anche un ridisegno».
Vuole tagliare le Regioni?
«Si possono accorpare parti delle regioni a, b e c. Vogliamo seguire anche ragioni storiche, ideali, economiche, geografiche, territoriali. Non voglio fare un’operazione a freddo, ma dar vita a regioni sentite dalla gente. Oggi ci sono anche molte infrastrutture che avvicinano».
Pensa alla Padania, al triangolo industriale Milano Torino Genova, al Lombardo Veneto?
«Sono aperto a ogni ipotesi, proprio perché credo in questo progetto. Se non troviamo la maggioranza in Parlamento che cambia la Costituzione, non si cambia. Senza un vastissimo consenso, si va a referendum e la riforma viene bocciata. Ricordiamoci della lezione della devolution».
E il coinvolgimento dei cittadini?
«Certamente dobbiamo coinvolgerli. Agli amici del Sud dico che forse anche a loro conviene fare regioni più grandi. E agli amici del Nord dico che conviene pensare a un ridisegno seguendo ragioni storiche economiche culturali geografiche ideali e di efficienza».
Non vorrà fare la secessione...
Questo mio ragionamento non è secessionista. La Lega ha fatto passi avanti, è federalista e mi fa piacere. La mia proposta va nella direzione federalista».
Tre macroregioni? Nord, Centro e Sud?
«Non è l’unica soluzione. Come le dicevo, occorre un consenso molto forte per evitare che qualcuno si spaventi. Ho qui davanti a me diverse simulazioni ma non gliele dico.

Voglio procedere a confrontarmi in maniera riservata per poi formulare le proposte che troveranno più consenso».
Vuole fare il governatore del Nord?
«Non è per questo che mi sono accinto a questo lavoro. Penso che sia il momento opportuno perché l’Italia ridisegni i propri confini regionali».

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