Gian Piero Scevola
nostro inviato a Firenze
Se si deve cercare il vero rivale dellInter nella corsa allo scudetto, eccolo qui, servito su un piatto dargento: il Palermo di Francesco Guidolin che ormai ha preso il gusto di andare a vincere in trasferta (e che proprio come la Fiorentina finora non ha mai pareggiato). Dopo le imprese di Londra e Francoforte in Uefa e quelle in campionato allOlimpico con la Lazio, al Bentegodi col Chievo e soprattutto a San Siro nellesame di maturità col Milan, i rosanero hanno espugnato anche il Franchi in quella che si presentava come una sfida tra la nobiltà di un tempo, la Fiorentina, battuta 3-2 e i giovani scapigliati di oggi, il Palermo appunto. Perché questa squadra è ormai una realtà, una sfida fortissimamente voluta da Maurizio Zamparini e vinta grazie al suo coraggio, tenacia e anche una buona dose di faccia tosta.
Ma se in riva allArno si è avuta la conferma di quella che è la prima avversaria dellInter (Roma permettendo), i 35.000 del Franchi hanno anche visto sbocciare una stella: il 26enne brasiliano Carvalho Amauri, da sette anni in Italia, prossimo cittadino italiano (lo sta seguendo anche il ct Donadoni che a Firenze aveva un suo osservatore). Una potenza dirompente su un fisico da corazziere, incontenibile nella progressione e nei contrasti con gli avversari, i piedi buoni come ogni buon brasiliano che si rispetti e un colpo di testa incontrollabile: questo è Amauri, la star rosanero che con la sua doppietta ha steso una pur intraprendente Fiorentina.
Viola forse sotto choc per la strana sentenza dellArbitrato Coni, in particolare una difesa molle molle che pensava di giocare alle belle statuine. Ma di fronte alla carica frontale di Amauri e al dinamismo intelligente di Di Michele, cera ben poco da fare. E sì che i viola ci hanno provato, soprattutto nella ripresa quando, dopo l1-1 dei primi quarantacinque frutto dellassist di Amauri a Di Michele (8), dellautorete di Barzagli (quarta volta in carriera, novello Comunardo Niccolai) e dello spavento per il palo di Amauri (41), hanno preso dassalto larea palermitana.
Le occasioni sono fioccate: un Montolivo sempre più concreto timbra il palo al 7; Mutu colpisce su punizione la traversa col pallone deviato in barriera da Biava (che doveva però essere espulso per fallo da dietro) e toccato in extremis da Fontana; lacciaccato Toni, ancora Mutu e Montolivo ci provano a ripetizione, ma la diga difensiva orchestrata da un super Corini tiene. Anche perché i viola sono costretti a fare i conti con Amauri che là davanti combina sfracelli, immarcabile e incontenibile. Da brivido gli ultimi 10 minuti, con tre reti che infiammano il Franchi e che, al termine, fanno esplodere Guidolin in una gioia esagerata e polemica nei confronti dei Della Valle (il patron Diego nel dicembre 2003 a lui, uomo Gea, preferì Mondonico).
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