Supermercato su un cimitero italiano in Ucraina

Non riposano più in pace. Il roco e irriguardoso sferragliare delle ruspe ha violato il silenzio che dai giorni atroci della guerra di Russia aveva garantito il sonno eterno a 202 soldati italiani sepolti nel minuscolo cimitero di Luhansk, nell’attuale Ucraina sudorientale. Perché proprio lì, in un fazzoletto di terra dove riposano quelle povere ossa, qualcuno ha deciso che debba sorgere un centro commerciale di tre piani. Qualcuno che non ha nemmeno sentito il bisogno di farsi appena qualche metro più in là. Così, là dove il tempo, il vento e il gelo hanno avuto più cuore, inchinandosi a chi era stato mandato a combattere e a morire con le pezze ai piedi, sarà soltanto il rumoroso oltraggio dello sferragliare dei carrelli, del tintinnare dei registratori di cassa e dell’urlare degli annunci di offerte speciali. Perché anche questo è il mercato, o quantomeno la sua faccia più brutta, quella che non conosce la parola «rispetto».
La prima denuncia dello scavo, accompagnata da una richiesta perentoria - «Chiediamo la fine immediata dei lavori illegali nel terreno di un cimitero chiuso per soldati italiani uccisi nella seconda guerra mondiale» - è arrivata da Yuriy Yenchenko, presidente del locale Centro per la storia, la solidarietà e i diritti umani. Yenchenko non si è limitato alle parole, ma le ha fatte seguire dai fatti: ha presentato denuncia al procuratore generale e al comitato esecutivo cittadino. Con il parziale risultato di aver imposto almeno una pausa ai lavori di costruzione del mall.
Ma Yenchenko non si nasconde che il prosieguo della vicenda sarà tutto, meno che rose e fiori. «Al momento la situazione è finita quasi in rissa, al punto che non mi è stato nemmeno permesso di entrare nel cimitero - racconta - . Ho tirato fuori delle ossa, per spiegare ai rappresentanti della Spetstekhnika (la società incaricata degli scavi, ndr) quanto sia blasfemo tutto ciò e ho tentato di scoprire che cosa intendano farne di quei resti, visto che non c'è ancora neanche una catalogazione. È scioccante che tutto questo sia stato fatto senza alcun coordinamento con la commissione cimiteriale, che dice di non saper nulla e di non poter fare nulla».
Questa brutta storia, ha inoltre ricordato Yenchenko, aveva avuto un analogo precedente già negli anni Settanta, quando era spuntato un progetto per edificare sullo stesso cimitero con le spoglie dei nostri soldati - un centinaio di metri quadrati - addirittura un palazzo di dieci piani. Ma all’epoca la notizia, giunta per tempo in Italia, aveva provocato l’immediata reazione delle nostre autorità diplomatiche e di governo, che erano riuscite a bloccare l’iniziativa immobiliare con una nota di protesta.
Ora, rimbalzata dai terminali dell’agenzia di stampa russa Interfax a quelli dell’italiana Apcom, la notizia è arrivata anche da noi.

«Non ne sapevamo nulla di questi lavori», ha dichiarato una fonte vicina al Commissariato generale onoranze ai Caduti di guerra, precisando inoltre che «in quel cimitero sono stati sepolti 202 caduti italiani e che nel 2001 sono stati esumati i resti di 14 soldati noti e di un militare ignoto, mentre gli altri non sono stati trovati. Negli anni scorsi su parte del terreno è stato costruito un ospedale - aggiunge - comunque ci stiamo attivando e contatteremo la nostra sede diplomatica in Ucraina per approfondire la questione».

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