Suzuki Italia, compiuti 25 anni vuole il 2% di quota

da Milano

«Una quota di mercato del 2%»: Nobuo Fujita, presidente e amministratore delegato di Suzuki Italia, ha voluto chiudere con queste parole il suo saluto alla festa per i primi 25 anni di presenza della filiale nel nostro Paese. Le condizioni per raggiungere l’obiettivo sembrano esserci tutte. Basta scorrere i numeri di questi ultimi anni: si nota, infatti, come il marchio sia tra quelli che hanno avuto un maggiore sviluppo e una maggiore penetrazione nel mercato italiano. Suzuki si affaccia per la prima volta nel nostro Paese nel 1982 grazie all’importatore Romano Artioli che vede le potenzialità del marchio in un momento, tra l’altro, particolarmente difficile: per vendere auto giapponesi, infatti, occorreva avere delle costose licenze. Da principio è stato un fuoristrada, Samurai, poi sono arrivate le vetture come Swift, Alto, la super economica Maruti 800 e infine il Vitara. Alcuni di questi modelli sono ancora attuali con caratteristiche, ovviamente, diverse. Ma è nel 1995 che Suzuki decide di entrare in prima persona: ecco allora Suzuki Motor Corporation, società che accorpa anche la sezione moto peraltro già presente in Italia. Nel 2001 parte la nuova era che i giapponesi amano chiamare «Suzuki Renaissance», il Rinascimento Suzuki. Il primo pilastro della svolta è la nuova Swift alla quale segue il Grand Vitara e, recentemente, grazie alla collaborazione con Fiat, lo sport utility compatto SX4.


Se solo pochi anni fa le unità vendute erano 17mila, entro quest’anno il numero salirà a 36mila. Ma per raggiungere il previsto 2%, sono in arrivo altri modelli, a cominciare dalla Splash che sarà esposta al prossimo Salone di Francoforte. L’Italia, intanto, è diventata il primo mercato europeo per Suzuki.

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