Più che il furto in un bar di provincia sembrava un «pit stop» in Formula 1 in cui tutti i componenti della «squadra» si muovono sicuri, ciascuno con una funzione precisa e solo quella da portare a termine. Arrivando così anche impiegare poco più di un minuto per sfondare lingresso di un bar di Besate, razziare slot machine e cambiamonete, caricare tutto sul camion e fuggire. A metà giugno, la banda è stata sgominata dai carabinieri che hanno arrestato una decina di romeni, tre dei quali ora riconosciuti anche come autori di un colpo a Crema. Durante la perquisizione infatti è saltato fuori lo scontrino del bar Paradise, svaligiato poche ore dopo dal terzetto, come testimoniano le immagini della tv a circuito chiuso che li vede allopera rapidi e ed efficienti come sempore.
La gang era infatti composta da balordi tra i 23 e i 35 anni, che avevano sviluppato una notevole «professionalità» del loro settore, tanto di diventare il terrore dei bar di provincia. Sicuramente diverse decine i colpi portati a termine in piccoli centri tra Pavia e Lodi, con un tecnica rozza ma efficace. Prima andavano a bersi un caffè per studiare il locale, verificare il numero di slot e un loro eventuale «ancoraggio» a terra. E ancora: distanza dalla caserma dei carabinieri, le via di fuga, il posto tranquillo dove forzare le macchinette e prendere i soldi. Insomma tutto quanto è necessario per portare a termine un colpo senza tanti rischi.
Poi tornavano di notte, rubavano al cantiere più vicino un autocarro o un furgone da usare come ariete per sfondare lingresso. Una volta dentro si muovevano come meccanici Ferrari al «pit stop»: ogni componente la banda aveva il suo compito specifico, sapeva già cosa fare e dove andare senza perdere secondi preziosi. E in pochi istanti le slot e il cambiamonete erano già sul cassone del mezzo. Come si vede nei filmati delle tv a circuito chiuso che i ladri nemmeno si curavano di mettere fuori uso. Anzi in alcune scene li si vede guardare beffardamente «in camera».
Le vittime o i vicini avevano un bel chiamare le forze dellordine: allarrivo degli equipaggi quelli erano già lontani, in qualche luogo appartato a spaccare a picconate le macchinette. E cavar fuori il bottino, mediamente attorno ai 5mila euro. Particolarmente movimentato il 27 maggio il colpo di Besate, quello dell «1.58» perché il proprietario del camioncino rubato venne svegliato dal trambusto, tentò di inseguirli e, purtroppo per lui riuscì anche a raggiungerli, beccandosi un sacco di mazzate. Dopo, riuscirono con calma a scassinare le macchinette che custodivano un piccolo tesoro: circa 10mila euro.
Alla fine però vennero «venduti» dallo comunità romena di via Maciachini dove erano soliti mimetizzarsi. Molti immigrati, onesti lavoratori in regola con permessi e quantaltro, erano ormai esasperati dei loro soprusi. Così qualcuno soffiò ai carabinieri che questi avevano troppi soldi in tasca per non avere un lavoro fisso, i carabinieri svilupparono le indagini e a metà giugno fecero scattare le manette, arrestando una decina di persone. Durante le perquisizioni hanno poi raccolto una gran mole di materiale che esaminato, sta ora consentendo di attribuire alla banda altri colpi.
In una della abitazioni usata dalla banda infatti, è stato trovato uno scontrino del bar Paradise di Crema, provincia di Cremona, battuto il 16 aprile. Una telefonato al comando provinciale di Cremona e arriva la conferma: effettivamente già nella notte del 17 aprile lesercizio era stato svaligiato. Più o meno con le stessa tecnica di sempre. Arrivati in tarda serata avevano rubato un furgone Nissan Vannet e dallo scantinato di unabitazione mazze e picconi. Poi avevano raggiunto lobbiettivo, agganciato la saracinesca al furgone e e con una sgommata lavevano tirata giù. Due mazzate ed erano andate giù le vetrate, quindi i tre sono balzati dentro a prendere le slot machine e cambiamonete, hanno caricato il tutto caricarle sul furgone e via come i fulmini. In aperta campagna hanno sventrate le macchinette con i picconi rimediando quasi 4mila euro. I carabinieri prendono il tempo: 28 secondi netti, roba da Guinness dei Primati. Ma le immagini, oltre che la rapidità e la precisione dei banditi, immortalano anche il volto dei rapinatori che, sicuri di non venire mai individuati, hanno sempre agito a volto scoperto. E così eccole lì le nostre vecchie conoscenze: Ionel Gicu Cretu, 32 anni, il 25enne Iasar Sinan, 25 e Ionut Marius Odvescu, 22.
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