Non si può lasciar affondare la speranza degli iraniani che combattono contro il regime soltanto sulla base del tornaconto in petrolio o delle alchimie geopolitiche secondo cui «bisogna prima di tutto mantenere aperta la porta del dialogo». LEuropa si deve svegliare. Certo, la porta del dialogo deve restare aperta, magari approfittando dellimminente G8 di Trieste in cui il ministro degli Esteri iraniano Mottaki è stato invitato, per far capire agli uomini di Teheran che la misura è colma e che lUnione europea, per quanto flaccida, per quanto poco reattiva ai richiami della morale in politica estera, non è tuttavia un cadavere etico, ma è invece ancora in grado di distinguere il bene dal male e il giusto dallingiusto anche di fronte ai calcoli degli interessi economici e alla gelida geometria delle diplomazie.
La politica estera ormai è dettata da molte agende del tutto nuove, diverse da quelle canoniche che muovevano le cancellerie mantenendo fuori dalla propria portata decisionale lemozione immediata dei popoli i quali vedono oggi quel che accade non soltanto in televisione, ma anche su Youtube dove si trovano le immagini più crudeli e non censurate: ieri questo strumento on line ha mostrato al mondo in che modo sia morta Neda, una ragazza di 20 anni colpita alla testa mentre manifestava: tutti hanno visto i fiotti di sangue uscire dalla sua bocca, il suo bel viso di ragazza pulita e innocente, la sua morte in diretta. Anche la morte di Neda oggi detta lagenda dei ministeri degli Esteri, che non possono più far finta di vivere in un mondo separato e vellutato, complicato e incomprensibile in cui si giocano partite a scacchi metafisiche, mentre la gente muore ammazzata nelle strade, mentre un popolo invoca libertà e democrazia.
Gli uomini dei mullah e di Ahmadinejad accusano lEuropa. La minacciano. Puntano il dito contro le democrazie occidentali con voce irata e minacciosa, ce lhanno specialmente col Regno Unito, poi con la Francia e la Germania. Promettono rappresaglie. Si sentono colpiti e sono più deboli, dopo aver riempito il mondo per anni con le orrende immagini delle impiccagioni di massa alle gru da cui penzolano ragazzi e ragazze appesi per la gola come animali.
Certo, ci rendiamo conto, occorrono piedi di piombo, ma non per questo cuori di pietra e occhi cuciti dalla realpolitik che per sua logica inflessibile porta ad accordi con i peggiori gaglioffi del mondo in cambio di affari, petrolio, energia: denaro contro coscienze, oro nero contro letica elementare. La geopolitica daltra parte dimostra che la posizione dellIran resta centrale e cruciale, sia sullo scacchiere del Medio Oriente, dove manovra Hezbollah, Hamas e la Siria, minacciando Israele con la sua arma nucleare, sempre in costruzione; sia sullo scacchiere asiatico, dove lIran è la chiave di volta per lintervento in Afghanistan cui tanto tiene lAmministrazione americana e dove si svolge il grande gioco che coinvolge la Russia. La stessa Russia che fornisce tecnologia militare allIran, il quale a sua volta lavora di sponda con la Corea del Nord. Tutto molto complesso, molto delicato, molto rischioso. Una sola mossa sbagliata e si possono commettere errori incalcolabili, ma lunico modo per non commetterli è quello di ascoltare e privilegiare le richieste di democrazia e di rifiuto delloltranzismo teologico: far cadere il regime degli ayatollah potrebbe con un colpo solo dare una svolta reale e potente alla questione del Medio Oriente togliendo lossigeno alle organizzazioni estremiste e permettere una definizione più realistica e più democratica ai rapporti con la Russia che oggi si trova in condizioni economiche disastrose e che è per questo tentata da giochi spericolati usando proprio la pedina iraniana. Infine, lIran sta attualmente esercitano uninfluenza micidiale sullIrak dove applica il suo potere di persuasione sugli sciiti e progetta di instaurare di fatto a Bagdad un regime satellitare.
Europa svegliati, dunque, fai sentire la tua voce e falla sentire anche al presidente americano la cui idea del «fresh start», dellazzeramento del passato ripartendo daccapo, ha effettivamente contribuito a mettere in crisi la politica iraniana costretta a scelte sempre meno giustificabili dalla propaganda. Obama ha oggi loccasione di cogliere il primo frutto della sua politica se soltanto ha il coraggio di allungare la mano in modo fermo e autorevole, nel modo ideale e ideologico con cui usa conquistare le folle con la sua parola così seducente, così morale. LEuropa in questa circostanza ha la possibilità di aiutare lAmerica a prendere la decisione giusta e a non farla sentire sola nelle scelte epocali. Si tratta di stabilire una buona volta da che parte si sta e agire di conseguenza. Se lEuropa non farà nulla e si baloccherà con i giochi diplomatici dei pesi e dei contrappesi da commisurare coi bilancini della convenienza spicciola, allora la finestra delle opportunità si chiuderà. La barbarie scaccerà la primavera di Teheran e tutto tornerà come prima e peggio di prima. La Casa Bianca avrà una ragione di più per dire che non poteva agire senza il concorso dellEuropa, ma se lEuropa avrà per la prima volta la capacità di manifestarsi come un motore morale sulla scena politica e non soltanto come una sommatoria di interessi da comporre, allora potremmo assistere al miracolo dellinizio della liberazione dellIran e dunque della fine di un incubo.
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