«Lo sviluppo della Regione è solo a tavola»

«Lo sviluppo della Regione è solo a tavola»

(...) È lo stesso Claudio Burlando a firmare di suo pugno la lettera con tabelle allegate da recapitare a Rosso e Plinio, che avevano presentato un’interrogazione a risposta scritta per conoscere le spese di «rappresentanza» della Regione. Le cifre sono riportate con estrema precisione e il governatore aggiunge solo una sorta di chiarimento, una clausola interpretativa, per evitare di passare per uno stakanovista del buffet: «Al presidente sono state attribuite tutte le spese relative alle colazioni di lavoro inerenti l’ospitalità a delegazioni estere, autorità di governo e personalità nazionali». Tradotto: non ho mangiato tutto io.
Sì, perché altrimenti la tabella sarebbe impietosa. Su 25.541 euro spesi per colazioni di lavoro da parte dell’intera giunta, ben 11.708 sono a carico di Burlando. Considerando che però se c’è un ospite, questo viene messo in conto al presidente, la figura del Pantagruel rischia di farcela qualche altro assessore. Il vicepresidente Massimiliano Costa, ad esempio, per il quale non vale la clausola inserita da Burlando, ha speso in un anno 4.496 euro per colazioni di lavoro, «inseguito» a qualche piatto di ravioli di distanza da Renzo Guccinelli con 2.737 euro ed Enrico Vesco con 2.498.
Il responsabile di Sport e Cultura, fabio Morchio è invece il re del buffet. Con i pranzi di lavoro si contiene (solo 235 euro) ma quando vede una tavola imbandita non sa resistere e spende 3.251 euro in un anno, a breve distanza da Burlando (4.407) per il quale vale sempre l’autoassoluzione anticipata invocata per chi paga per tutti.
In verità anche questa spiegazioni non soddisfa Plinio e Rosso, che nell’osservare questi dati badano al sodo. Non tanto cioè all’utilizzatore finale di caviale e champagne, quanto al fatto che comunque le spese aumentano sempre. «A chiacchiere il presidente Burlando aveva detto che avrebbe ridotto le spese non necessarie - tuonano i due consiglieri del Pdl - ma nei fatti constatiamo un aumento di ben 52mila euro rispetto all’anno precedente per la cosiddetta rappresentanza». Sì, perché l’oggetto dell’interrogazione non era limitato ai pranzi. E nel complesso delle spese di rappresentanza, nel 2008 si è superato il tetto dei 220mila euro. Soprattutto c’è stato un incremento di circa il 33 per cento rispetto agli stessi conti dell’anno precedente.
Rosso e Plinio mettono a fuoco in particolare una voce di spesa che li preoccupa: 36.626 euro per acquisto di omaggi e doni di rappresentanza per autorità e ospiti. Senza contare che per fotografie e filmini in un anno se ne sono andati 17.896 euro.
Rilevante anche la voce delle «spese effettuate per assicurare la presenza istituzionale della Regione Liguria in occasioni aventi particolare rilevanza», che nel 2008 hanno raggiunto quota 54.282 euro. Si tratta di quelle «occasioni» alle quali non si può fare la figura degli assenti ingiustificati. Giusto per fare un esempio recente: non un’occasione come i funerali di Stato per i parà uccisi nell’attentato di Kabul. Per mandare a Roma il gonfalone della Liguria non c’erano i soldi.

Quella che Plinio e Rosso definiscono «la folle politica dello spreco di denaro pubblico in epoche in cui i liguri sono costretti a fare pesanti sacrifici» prevede esborsi per una corona di fiori per ricordare i morti di Marcinelle di sessant’anni fa, non una manciata di euro per gli eroi italiani di oggi.

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