Roberto Romagnoli viene da Macerata. Forse ieri sera stava pensando al paese suo e, dunque, al momento del gol di Muntari ha tenuto lo sguardo fisso, diritto davanti a se stesso mentre il pallone superava la linea bianca della porta di Buffon che, astutamente, l'ha riacciuffata, fregandosene del fair play e di tutto il resto. Roberto Romagnoli, mentre accadeva tutto questo e la panchina rossonera e il popolo milanista erano in subbuglio, giustamente furibondi, il Romagnoli di Macerata non ha fatto una piega e il suo dirigente in campo, Tagliavento, ha dunque deciso di non fischiare e di proseguire nel gioco.
Roba da matti, nel football moderno. Roba da matti che nel nostro campionato che pensa al ranking e ai diritti televisivi, nessuno abbia ancora imposto, ribadisco imposto, urlando e battendo i pugni sul tavolo, l'uso degli assistenti di porta, come l'Uefa ha deciso nei tornei di sua competenza. Le linee, di porta, di fondo campo, laterali, di area di rigore, di centrocampo, questo significano, segnano un limite e quel limite va, dunque, rispettato. Ci vorrebbe la prova televisiva anche in questi casi, un gol può cambiare il risultato di una partita e quello di un intero campionato. E' arrivata l'ora di cambiare, di lasciar perdere il quarto uomo che a bordo campo recita il ruolo del bidello di scuola e, piuttosto, di impiegare i due collaboratori a fianco e dietro le porte.
L'episodio di ieri sera è ancora più clamoroso perché ha fatto il giro d'Europa, la diretta televisiva ha smascherato l'errore grossolano dell'arbitro e la furbata di Buffon. Vorrei che, una volta nella vita, un calciatore alzasse la mano non per uno schiaffo o una gomitata ma per ammettere l'errore, il gioco sleale. Buffon sarebbe passato alla cronaca e alla storia se, ieri sera, così si fosse comportato. Non si può fare i furbi sempre e comunque, soprattutto un capitano, della Juventus e della nazionale.
Ma è inutile infierire, tanto più che lo stesso Romagnoli si ripete sul fronte opposto annullando nella ripresa un gol a Matri per un fuorigioco inesistente. Le parole di chi sta seduto non valgono nulla quando il sangue caldo di chi gioca o dirige porta a comportamenti diversi. L'errore è umano, d'accordo, ma l'atto sleale è miserabile. Del resto il primo tempo aveva già mostrato una duplice, tra gag e gaffe, dello stesso attore, tale Bonucci che a Bari faceva coppia con Ranocchia, pensate un po' il livello dei nuovi difensori nostrani, una sciagura nel passaggio, una comica nella deviazione sul tiro di Nocerino.
Il calcio è bello perché è vario, la Juventus è rimasta ghiacciata da quell'errore e il successivo episodio del gol non visto ha accentuato il suo stato d'ansia. Di contro il Milan si è esaltato, consapevole di avere tra le mani non soltanto il risultato, molto di più e anche un avversario imbattuto, a livello continentale, fino a ieri sera.
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