Svolta a Berlino: la Spd va a sinistra

da Amburgo

I socialdemocratici tedeschi (Spd), grazie all’approvazione del nuovo programma fondamentale con solo due voti contrari, ieri a conclusione di tre giorni di congresso ad Amburgo sono entrati nel nuovo millennio: nel «programma di Berlino» in vigore dal 1989 non venivano infatti ancora prese in considerazione le conseguenze della caduta del Muro o della globalizzazione, e naturalmente neanche della riunificazione della Germania.
Due anni prima delle elezioni federali del 2009, e un anno prima di quelle molto importanti in Assia, Bassa Sassonia e Baviera, la Spd, che è al governo con il centro-destra della cancelliera Angela Merkel, ha ripreso con un chiaro spostamento a sinistra una distanza più chiara dai cristiano-democratici (Cdu) della Angela Merkel, ma soprattutto dal complesso di riforme avviate durante il governo di Gerhard Schroeder (Spd) che vanno sotto il nome di «Agenda 2010»: l’impianto delle riforme per rendere più efficiente la Germania è stato lodato un po’ da tutti, dopo la ripresa economica degli ultimi tempi, ma per la Spd ha significato dolorose perdite nelle ultime elezioni regionali (e legislative, nel 2005).
Ora il presidente del Partito socialdemocratico, Kurt Beck, con la proposta di prolungare il pagamento dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori più anziani e che hanno pagato più contributi, ha dato il via al processo di revisione. La privatizzazione parziale delle ferrovie è stata anche rimessa in discussione dalla Spd, mentre l’impianto del «Programma di Amburgo» promette altre riforme delle riforme.
Per questo programma, all’interno della grande coalizione al governo in Germania sono cominciate già le polemiche: la Merkel ha criticato la Spd perché a suo avviso andrebbe troppo a sinistra: Uno degli architetti del «Programma di Amburgo», il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Thierse (Spd) ha respinto ieri le affermazioni della cancelliera definendole «sciocche o maligne, oppure ambedue».
Il programma approvato ieri ribadisce libertà, giustizia e solidarietà come valori fondamentali per la Spd. L’ordinamento economico preferito punta alla crescita qualitativa e giudica la globalizzazione una chance per i posti di lavoro e per il benessere mondiale. Il programma introduce il concetto di «prevenzione attraverso lo Stato sociale», con il quale la Spd mira all’equilibrio tra la responsabilità personale della gente e la tutela attraverso lo Stato. L’istruzione viene considerata il presupposto decisivo per la parità di opportunità: a essa perciò deve essere dedicato più denaro.

Torna il «socialismo democratico», un concetto tradizionale della Spd molto carico emozionalmente che ora viene ripresentato come «visione di una società solidale, giusta e libera», espressamente contrapposto al «socialismo di Stato di impronta sovietica». L’Unione europea viene definita «la nostra risposta alla globalizzazione». Per l’Ue, la Spd chiede una Costituzione, e non solo un trattato fondamentale.

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