Una svolta per l’emergenza abitativa: più case da assegnare, meno residence

Mentre c’è viva attesa per il piano casa del governo, che nel Lazio sta facendo breccia anche nel centrosinistra, arriva la svolta decisa dal Campidoglio sul fronte dell’emergenza abitativa. Come hanno spiegato l’assessore Alfredo Antoniozzi e il delegato del sindaco Marco Visconti, l’amministrazione Alemanno sta cercando di attuare una rivoluzione copernicana nel settore, riducendo drasticamente il numero delle famiglie ospitate nei residence, grazie all’acquisto di alloggi popolari da assegnare subito. «Il nostro impegno si concretizza - ha detto Visconti - a cominciare dalle famiglie con 10 punti in graduatoria. Abbiamo proposto un tavolo tecnico inter-istituzionale con la Regione per ciò che riguarda la realizzazione di una parte di edilizia residenziale pubblica e di housing sociale», cioè l’individuazione di aree dove costruire case popolari e altri progetti abitativi per le fasce più deboli della popolazione.
«Per i 1196 nuclei familiari che hanno diritto all’assistenza alloggiativa pubblica - ha spiegato, nel dettaglio, Visconti - saranno destinati appartamenti che verranno reperiti in parte grazie al cofinanziamento Stato, Regione e Comune, per un impegno di 80 milioni di euro, con i quali verranno acquistati 520 alloggi Erp; in parte grazie alle convenzioni sui cambi di destinazione d’uso, grazie alle quali saranno acquisiti 330 alloggi; inoltre è prevista l’acquisizione di ulteriori 60 - 80 case dall’Inpdap».
«Con il Bando alloggi anziani del dicembre 2007 - ha ricordato ancora il delegato del sindaco - verranno acquisiti altri 140 appartamenti che costituiranno una riserva assegnata ai cittadini ultrasessantacinquenni in graduatoria con 10 punti. Per ciò che riguarda l’housing sociale, si prevede la realizzazione di alloggi a canone sostenibile o a prezzo di vendita convenzionato, il cui fine sarà quello di soddisfare la domanda dei cittadini appartenenti a categorie sociali svantaggiate. In questo senso, gli accordi con la Regione fin qui avviati fanno ben sperare sull’apertura in tempi brevi del necessario tavolo di confronto sul quale tutto il piano verrà concordato insieme alle categorie, le associazioni e agli enti coinvolti. Finalmente, dopo anni di annunci a effetto e mai seguiti da fatti concreti - ha concluso Visconti - da questa amministrazione arrivano risposte alle richieste di tutti i cittadini che da troppo aspettano una casa».
Dell’impegno della giunta Alemanno in fatto di investimenti per la casa ha parlato, invece, l’assessore Alfredo Antoniozzi. «Quasi 300 milioni di euro destinati all’emergenza abitativa, il 25% dei quali andrà alle occupazioni abusive riconosciute in passato. Nel bilancio - ha spiegato Antoniozzi - saranno stanziati 82 milioni di euro provenienti da Comune, Regione e Governo, che si aggiungono ai 49 milioni derivanti dalla valorizzazione dei cambi di destinazione d’uso; c’è anche un residuo di 37 milioni derivanti dalla valorizzazione del patrimonio comunale. Infine previsti anche 300 milioni di euro da spalmare su tre anni».
L’inversione di tendenza rispetto al passato è evidente. Al punto che perfino la Sinistra Arcobaleno - che ha fatto dell’emergenza abitativa il suo primo cavallo di battaglia - è costretta ad ammettere, per bocca del consigliere Alzetta, che i provvedimenti varati dalla giunta Alemanno costituiscono un primo passo «per affrontare concretamente l’emergenza abitativa. Per dare un giudizio nel merito attendiamo la concretizzazione degli impegni presi». Ma intanto, dice l’esponente dei centri sociali, «sono stati stanziati 25 milioni di euro per avviare le procedure di esproprio volte a realizzare 32 piani di zona».
E non è ancora tutto. Ieri sera c’è stato un incontro tra il sindaco e i rappresentanti dei movimenti per il diritto all’abitare, al quale hanno preso parte anche Antoniozzi e Visconti.

«Ci siamo impegnati - ha detto Alemanno al termine dell’incontro - sul blocco degli sfratti, in un momento di difficoltà economica per la città per i ceti disagiati e le categorie protette; un blocco che duri almeno fino alla fine dell’anno. Ma prima bisognerà fare un passaggio in prefettura perché si tratta di una competenza governativa. Cercheremo di dare una risposta per la settimana prossima».

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