Svolta nei trapianti: sì a donazioni tra sconosciuti

RomaSì alla donazione samaritana, ovvero da una persona viva del tutto sconosciuta a chi riceverà la donazione. Fino ad ora erano previste le donazioni da persone per le quali fosse già dichiarata la morte cerebrale o da persone vive che fossero però parenti del ricevente. Dopo il parere favorevole del Comitato nazionale di Bioetica anche il Consiglio Superiore di Sanità (Css) dà il via libera a quello che indubbiamente appare come una estremo atto di pura generosità: donare il proprio rene ad uno sconosciuto.
É il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a dare l’annuncio in occasione della Giornata nazionale per la donazione ed il trapianto di organi e tessuti. «L’operazione potrà avvenire soltanto dopo una attenta valutazione psicologica e psichiatrica del donatore, nel rispetto assoluto della privacy, escludendo qualsiasi contatto tra donatore e ricevente», spiega il ministro, precisando che ovviamente sarà altissima l’attenzione per evitare qualsiasi tipo di “commercializzazione“ dell’atto della donazione.
«Il meccanismo attraverso cui potrà avvenire questa pratica sarà quello del cross over - prosegue Fazio- Il ricevente ha già un potenziale donatore che però non è compatibile. A questo punto, nel totale anonimato, potrà ricevere un organo da un altro donatore sconosciuto. L’organo del primo donatore potrà quindi andare a un altro ricevente». Da una donazione dunque ne scaturirà un’altra.
Il ministro insieme al presidente del Centro Nazionale Trapianti, Nanni Costa, evidenzia come l’Italia sia all’avanguardia per quanto riguarda la normativa sui trapianti tanto da non aver bisogno di adeguarsi alle recenti normative approvate dalla Ue in tema di controllo e sicurezza perchè già applicate nel nostro Paese. Il governo inoltre sta elaborando i decreti attuativi che renderanno operativa la normativa approvata nel febbraio scorso nel decreto milleproroghe. Normativa che prevede la possibilità, non l’obbligo, di dichiarare sulla propria cartà di identità la volontà o meno di donare gli organi.
«Dal 2002 siamo l’unico paese che pubblica sul sito del ministero l’esito per trapianto di ogni singolo centro», ricorda Fazio. Ed è proprio grazie a questo costante monitoraggio che è stato possibile registrare per la prima volta un calo nelle donazioni che sono state negli ultimi anni in continua ascesa. Meno 3,4 nei primi mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. Non è in calo però la volontà di donazione da parte dei cittadini italiani. Tanto che in questi stessi mesi si registra un calo delle opposizioni alle donazioni: nel 2009 i no sono stati 707 nel 2010 648. In proiezione dunque ci si aspetta un calo delle opposizioni dell’8,3. Non solo. Per la prima volta negli ultimi anni è sceso sotto 9.000 il numero dei pazienti in attesa di trapianto.


Il professor Costa infine sottolinea l’importanza dello sport come vera e propria forma di cura per i trapiantati, costretti a terapie farmacologiche continue, e non solo per loro. «Abbiamo messo a punto un protocollo di ricerca che dimostri scientificamente la validità dell’attività fisica come terapia post-trapianto», spiega Costa.

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