T-Red, preso l'inventore delle truffe del "rosso"

E' finito in manette il progettista del sistema nato per multare gli automobilisti indisciplinati, ma utilizzato per "fare cassa" dalla società distributrice e dai Comuni. Sequestrati dai carabinieri semafori in 64 città e 24 province

T-Red, preso l'inventore delle truffe del "rosso"

Verona - In manette l'inventore del giocattolo. Il progettista dei T-Red, Stefano Arrighetti, è stato arrestato dai carabinieri lombardi e da quelli di San Bonifacio nell’ambito dell’inchiesta della procura di Verona sui "semafori intelligenti" che vede indagate altre 108 persone. Arrighetti, 45 anni di Seregno (Milano), amministratore unico della Kria di Desio (Milano), è accusato di frode nelle pubbliche forniture. Arrighetti avrebbe omologato solo la telecamera e non avrebbe chiesto e quindi mai ottenuto dal ministero dei Trasporti l’omologazione dell’hardware dell’apparecchiatura che fa funzionare l’intero sistema. Tra i 109 indagati figurano 63 comandanti di polizia municipale tra cui quello di Perugia e di Mogliano Veneto (Treviso), 39 amministratori pubblici e sette amministratori di società private. Sono invece 80 i comuni del centro-nord Italia al centro dell’indagine nei quali sono state comminate decine di migliaia di contravvenzioni. Il provvedimento restrittivo che ha raggiunto Arrighetti è stato emesso dal gip scaligero Sandro Sperandio su richiesta del pm Valerio Ardito. Molti semafori erano stati regolati in modo tale da presentare una luce gialla di durata inferiore ai 4 secondi, così da impedire l’arresto dei veicoli in condizioni di sicurezza.

Sequestri I carabinieri di San Bonifacio hanno provveduto al sequestro preventivo dei T-Red in 64 comuni di 24 province, ma il numero crescerà nei prossimi giorni. Le indagini, iniziate nel dicembre 2007, erano state avviate per accertare la conformità alla normativa vigente del sistema automatico di rilevamento delle infrazioni alla luce semaforica rossa, installato negli incroci del veronese. A gennaio 2008, i carabinieri di Tregnago, Illasi e Colognola ai Colli, incaricati delle indagini, denunciarono un amministratore comunale, due comandanti di polizia locale e gli amministratori unici di Ci.ti.esse di Rovellasca, Maggioli di Santarcangelo di Romagna, Traffic Tecnology di Marostica e Open Software di Mirano per truffa aggravata e falsità materiale. A giugno le indagini furono estese anche ad altri 64 comuni dopo aver accertato che il T-Red era difforme da quello omologato dal ministero dei Trasporti dove Arrighetti aveva chiesto e ottenuto l’omologazione solo per le telecamere dei T-Red e non per le apparecchiature (come i relè, le spire e altro chiamato tecnicamente hardware) contenute in un armadio di vetroresina posto nelle vicinanze delle telecamere.  

La stecca Le infrazioni venivano accertate dalla Citiesse che percepiva il 30-35% per ogni infrazione rilevata (150 euro + Iva al 20%). Solo in un secondo tempo la polizia locale vedeva le immagini, violando così l’articolo 12 del codice della strada. Nella maggior parte dei casi i verbali di contestazione sono stati redatti da società private (e non dai pubblici ufficiali) che svolgevano anche il servizio di notificazione (consegna alle poste delle raccomandate), percependo un importo in media di 5 euro per ogni verbale sul quale, inoltre, veniva apposta dalla società privata una firma scannerizzata del pubblico ufficiale.

Così le operazioni di accertamento, di notifica e di verbalizzazione, attività tipiche per il pubblico ufficiale (e non demandabili) erano affidate, tramite percentuale, a società private compiendo una falsità materiale (articolo 476 codice penale). Tutto ciò per fare cassa.

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