«Tabacci non è un politico». E il Pd blinda Pisapia

Un’operazione «del tutto individuale». Anzi, «individualista». Tradotto dal vocabolario della lingua italiana: chi pensa soprattutto ai propri interessi e trascura quelli degli altri, egoista. Una sottilizzazione non casuale, anche se Pierluigi Mantini dell’esecutivo nazionale dell’Udc evita le analisi del testo. Esce da una riunione sul caso del rutelliano Bruno Tabacci nella giunta comunale, un’ipotesi che ha fatto saltare i nervi al Terzo polo. Se un esponente della sinistra radicale come Basilio Rizzo continua a giudicarla una «boutade» perché «è senza senso, allora chiamiamo pure Giulio Tremonti», ieri il sindaco Giuliano Pisapia alle prese con il toto-poltrone ha confermato. «Sarei» anzi «sarò molto onorato di avere Tabacci in giunta, chiaramente dove ha le maggiori competenze e cioè al Bilancio».Ma proprio mentre la sinistra si agita e i terzopolisti prendono le distanze (anche Fli ribadisce che l’ipotesi «non c’entra nulla col terzo polo» mentre rimane «apertissima» quella di Palmeri alla guida del consiglio comunale), Pisapia prova a sostenere che nella scelta dell’ex democristiano non bisogna vederci «un segnale di carattere politico», assolutamente no, ma solo «la volontà comune di lavorare per il bene della città».

E al Pd lancia un messaggio forte e chiaro: sulla nuova giunta «stiamo lavorando in armonia ma poi le scelte finali le farò io». Una frenata al pressing sui nomi. Oggi vertice della coalizione. E i democratici insisteranno su Boeri vicesindaco.

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