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Tacchi alti e gonne corte Le donne di Armani ora sono tutte gambe

MilanoRaccontare il mondo delle donne di oggi: una sfida che gli stilisti hanno raccolto maneggiando alla perfezione l’arte di unire in una sola dialettica universi differenti, culture, gusti. Tradotto in vestiti, questo significa sofisticate contaminazioni di forme e di tessuti, talvolta in aperta contraddizione fra loro, altre in suadente sintonia. Ispirandosi al Bauhaus, il grande movimento d’innovazione nel design e nell’architettura, Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, direttori creativi della Gianfranco Ferré, hanno riletto il concetto di «easy luxury» attraverso un nuovo modo di guardare alle rotondità del seno e dei fianchi mettendo in evidenza il punto vita. Hanno utilizzato pelle sottile come epidermide, grisaglie maschili di trama double e panni di cashmere, magnifici tweed per pantaloni fluidi e nappa guanto per una superba camicia, camoscio e vernice intrecciati a stuoia per nuovi effetti specchianti. Sontuosi i cappotti sartoriali e indimenticabile il nuovo tailleur d’ordinanza: panno e pelle black, cintura con macro fibbia gioiello. Definire le protagoniste di questa società globalizzata è potenza straordinaria di menti autenticamente creative. «Donne che usano la testa per armonizzare i tanti aspetti della loro vita, dal privato al sociale», diceva Armani subito dopo aver mandato in passerella la collezione Emporio tratteggiando le mille sfaccettature di una ragazza internazionale, elegante e con un piglio modernissimo. Quanto abbia inciso su questa felice visione di stile la mostra che re Giorgio ha voluto ospitare non è dato sapere. Di certo le straordinarie opere di Richard Hambleton, padre della street art, creavano un corto circuito sentimentale con quello che si vedeva in passerella. Un graffio sul cuore e una carezza sulla pelle di una ragazza dei quartieri alti, capelli a caschetto malandrino, abitini e gonne corte slanciati dai tacchi «papillon». Maestro di combinazioni di tessuti, Armani ha sorpreso con la eco pelliccia rasata in una serie di bellissimi giacchini a intarsio con il velluto, con i grandi cappotti di cashmere di gusto maschile portati su microgonne e stivaletti, con un tailleur seducente in gessato grigio con gonna drappeggiata da fiori di stoffa. Tutto era pulito, rigoroso e allo stesso tempo dannatamente dolce. «Ho pensato di declinare l’energia del rock con la sensibilità della natura», raccontava Ennio Capasa prima di presentare con una scenografia emozionante la sua collezione C’N’C.
E del resto questi due aspetti sono per le giovani donne di oggi imprescindibili. Così anche la scelta dei tessuti e delle lavorazioni è apparsa contaminata dalla visione dei colori del deserto, dai Tartari fino alla Mongolia, e dalla declinazione urbana e futurista dei tagli e dei trattamenti. Così attraverso un gioco di evanescenze le modelle uscivano e entravano in mondi diversi esaltando la bellezza dei caban in panno dai colori naturali portati su abiti in maglia e chiffon fusi insieme, dei montoni nei colori della terra, dei blazer tagliati al vivo e dei peacot reinventati con accordi di lane pettinate e stramate e i cappotti in tweed ingigantito, sfumato e spruzzato. Magnifico anche il lavoro di Grazia Malagoli per Sportmax che ha proposto un guardaroba per ragazze chic fatto di tweed, cashmere, panno di lana e nylon mirabilmente accostati in pezzi di allure sportiva e di fruibilità cittadina. Tantissimi i blouson aggressivi portati con piccoli abiti in seta stampata o gonne a pieghe con inserti in techno rete. Nuovi e leggiadri gli chemisier e le camicie-tunica in seta stampata a tartan multicolor movimentati da giochi di pieghe e completati da manopole di pelliccia. Eleganza contemporanea anche quella di Rocco Barocco che definisce con segno inconfondibile la figura femminile intrecciando tessuti diversi: piccole redingote blu e giacchini in tweed chiné con inserti di altri materiali, i jeans skinny portati con ricche camicie di chiffon plissettato, una serie di abiti sensuali ricamati con tulle trasparente per un effetto di grandi gioielli o stampati a fiori e bordati di velluto nero. Cristina Tardito si è immersa nel mondo della danza per armonizzare un mondo fatto di necessaria comodità e di ricerca del femminile. Così la collezione Kristina T.

riesce a portare nel quotidiano la poesia e la grande fatica delle danseuses declinando la sportività del classico long john di lana e la dolcezza del tutù reinterpretato in pizzo e organza stropicciata.

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