Tafferugli nel liceo occupato Statale, protesta agli sgoccioli

Giovanni Buzzatti

Si potrebbe pensare a una staffetta della protesta. L’occupazione all’università Statale si sta concludendo. In compenso, i «collettivi di sinistra» delle superiori hanno iniziato la loro campagna d’autunno. Il primo istituto ad essere occupato dai ragazzi è stato il liceo scientifico Vittorio Veneto. È qui che, nella notte tra venerdì e sabato, sono scoppiati dei tafferugli.
Tutto inizia intorno a mezzanotte. Gli studenti che occupano le aule dalla mattinata hanno organizzato un concerto. Alla porta dell'istituto si presenta uno studente accompagnato da due amici e chiede di entrare. Di fronte al «no» degli occupanti, i tre se ne vanno, salvo tornare qualche minuto dopo insieme a una decina di persone con intenzioni tutt’altro che pacifiche.
Si scatena una rissa. Volano calci, pugni, spintoni. Viene mandato in frantumi il vetro di una guardiola e scaricato un estintore. Sono gli stessi occupanti, preoccupati che la rissa degeneri, a chiamare la polizia. Questo basta a spaventare gli aggressori che fuggono prima dell’arrivo delle volanti. I contusi, anche se in modo lieve, sono diversi. L’ipotesi più probabile è che gli studenti del Vittorio Veneto conoscessero il primo giovane arrivato al liceo. Gli investigatori escludono che si sia trattato di un'aggressione per motivi politici. Tutto avrebbe avuto origine dal litigio tra gli occupanti e il gruppo di giovani «sgraditi».
La situazione sta tornando invece alla normalità all’università Statale, dove da otto giorni sono occupate quattro aule al pian terreno. Poche decine di studenti, ieri, hanno partecipato all’assemblea del pomeriggio (nei giorni scorsi erano in 300). La protesta contro la riforma Moratti terminerà oggi e da domani i 600 studenti che si sono visti annullare le lezioni perché le loro aule erano occupate torneranno a seguire i corsi. Alle 15 di oggi gli occupanti hanno organizzato all’ateneo di via Festa del Perdono un’assemblea aperta alla città. «Presenteremo il documento finale dell’occupazione - spiega un portavoce - nel quale si criticano anche le riforme Berlinguer, Zecchino e Di Mauro oltre a quella della Moratti. Se quella di oggi sarà l’ultima notte di occupazione? Teoricamente sì», conclude lo studente.
È quello che si augurano tutti. Il rettore venerdì sera ha ricevuto una delegazione di occupanti ascoltando le loro richieste e, raccontano i ragazzi, rispondendo alla richiesta di uno spazio-riunioni con l’offerta dell’aula A. «Ma quella è già a disposizione degli studenti, basta farne richiesta», ricordano i rappresentanti delle due liste studentesche d’ateneo, entrambe, anche se con toni diversi, contrarie all’occupazione. «E per noi quell’aula è troppo piccola - si lamentano gli occupanti -. Avremmo bisogno di uno spazio da 300, 400 posti. Abbiamo ricevuto risposte vaghe e indefinite. L’importante però è che sia iniziata una trattativa col rettore della quale si parlerà nel senato accademico di martedì».
La cosa non è piaciuta a tutti. «Così si dà l’idea che all’università basti alzare la voce per ottenere qualcosa - si scalda Federico Illuzzi, rappresentante in senato accademico di Obiettivo studenti, la lista vicina a Cl -. Il rettore ha avuto mandato per risolvere senza strappi una situazione difficile. Ma non deve passare il messaggio che chi commette atti di prepotenza come questo viene premiato».
L’opinione di molti è che all’ateneo in questi giorni si stia giocando una partita politica tra la sinistra più radicale (gli occupanti e soprattutto gli «esterni» accolti nelle protesta) e quella moderata. «Una cosa è certa: a questo punto l’occupazione non ha più alcun senso - spiega Andrea Paglia, rappresentante in consiglio d’amministrazione della Sinistra universitaria -. Possiamo condividere le critiche alla riforma, non il metodo. Concludere la protesta a questo punto è un atto di buon senso».

E se l’occupazione continuerà (cosa poco probabile) gli studenti sono pronti a organizzare per domani delle contro manifestazioni. «Sarà un’azione pacifica - assicura Michele Benetti di Obiettivo studenti - per dimostrare che la maggioranza degli studenti non sta con gli occupanti».

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