Roma

Taglio dei posti letto: la giunta regionale fa il gioco delle 3 carte

Gigli (Udc) e De Lillo (Fi): «Fare luce sulle modalità, per ora illogiche»

Marzio Fianese

«La giunta regionale vuole tagliare 5mila posti letto negli ospedali del Lazio? Premesso che per il momento si tratta di una semplice manifestazione di intenti che, salvo le necessarie verifiche sulla correttezza dei dati di partenza, potremmo anche condividere, ciò che vorremmo capire e che ci rende quantomeno prudenti è dove, come e con quale scadenza temporale avverranno questi tagli e queste riconversioni». A preoccuparsi per la paventata drastica riduzione di posti letto nelle strutture ospedaliere del Lazio è il capogruppo regionale dell’Udc Rodolfo Gigli. «Prima di esprimere un giudizio definitivo vorremmo conoscere nel dettaglio i contenuti della delibera attuativa – dichiara ancora Gigli -. Se da una prima lettura appare chiaro l’obiettivo, assolutamente oscure sono le modalità della sua realizzazione. Siamo tutti convinti della necessità di interventi per il contenimento e la razionalizzazione della spesa sanitaria, la riduzione dei costi, il monitoraggio delle prescrizioni e della spesa farmaceutica, la diminuzione dei posti letto, ma quando penso che nel frattempo si è deliberato di costruire nuovi ospedali a Talenti, ad Ariccia e a Formia o che perlopiù si parla di riconversione dei letti, ci chiediamo come ritiene l’assessore Battaglia di contenere i costi della sanità. Temiamo che al di là delle buone intenzioni, si finirà per dover registrare un aumento della spesa e non una sua diminuzione. Resta poi da capire – conclude Gigli - quale futuro attende i piccoli ospedali delle province laziali che ricoprono una funzione insostituibile rispetto ai bisogni di salute della popolazione, specie in aree fortemente decentrate della regione. Saranno loro a pagare l’opera di razionalizzazione che la giunta intende portare avanti?».
«Il taglio di 5.000 posti letto nella Sanità del Lazio, l’eliminazione di interi ospedali, il depotenziamento di un settore già deficitario come la riabilitazione sono decisioni che preoccupano e sulle quali la commissione Sanità deve pronunciarsi al più presto - rincara la dose Stefano De Lillo, Forza Italia -. Molti sono i lati oscuri di questa decisione unilaterale: a cominciare dalla chiusura degli ospedali di Zagarolo, Palombara, Ariccia, Genzano e Albano. Si tratta di strutture attive e strategiche di cui il territorio non può essere privato con un tratto di penna senza indebolire il servizio di assistenza soprattutto per le emergenze. Su decisioni del genere la Regione deve confrontarsi con gli altri Enti locali, sedersi ad un tavolo con i sindaci: non può la maggioranza da sola decidere quali strutture cancellare di colpo da un giorno all’altro o discriminare tra Comuni buoni e Comuni cattivi quando è in gioco un servizio che deve essere omogeneo sul territorio. C’è poi un giallo: messi insieme questi ospedali non contano i cinquemila posti letto da tagliare.

Dove sono allora gli altri? Verranno tagliati qua e là? Se fosse così, non si avrebbe alcun ritorno in economia e allora dove sono i reparti o addirittura gli altri ospedali da chiudere? Perché poi tagliare 533 letti nel settore della riabilitazione, che andrebbe invece potenziato? Ma la ciliegina sulla torta è che a fronte dei tagli certi, la maggioranza offre ai cittadini soltanto incertezze: ipotetici ospedali che mai vedremo realizzati e che comunque non potrebbero mai rispondere nemmeno entro il medio termine alla riduzione di servizi che se attuata avrebbe invece tempi brevissimi».

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