Sabrina Cottone
«Non si può ipotizzare una quotazione in borsa della Serravalle a carico del Comune». Mario Talamona non gira molto intorno alla questione per spiegare che lidea di Penati di contribuire con il 2,5 delle azioni, lanciando Palazzo Marino allo sbaraglio del prezzo gli appare «inconcepibile, paradossale, gravissima per la collettività». Lassessore al Bilancio è sbalordito dallultima iniziativa di Penati: «Lidea che noi si debba essere tutti felici di svendere dopo che la Provincia ha pagato 8,83 euro ad azione mi è incomprensibile».
Insomma, il problema è il prezzo e limpossibilità per Palazzo Marino di vendere a una cifra che verosimilmente sarebbe molto inferiore a quello a cui limprenditore Marcellino Gavio ha venduto alla Provincia il suo 15 per cento. Una valutazione preliminare di Lazard indica il valore delle azioni sul mercato tra 4,87 e 7,09. Gavio ha in mano ancora il 12 per cento delle azioni e nulla gli impedisce di pensare a un riacquisto conveniente. Lassessore ai Trasporti, Giorgio Goggi, non nasconde la preoccupazione: «In questo modo Gavio potrebbe addirittura comprare una quota maggiore di quella che ha venduto spendendo meno. Nessuno dice che lo voglia fare, ma la possibilità esiste eccome». E la possibilità è più che sufficiente a rendere loperazione della quotazione in borsa non conveniente per la collettività.
Talamona ricorda la «questione etico-politica» che ha portato il sindaco, Gabriele Albertini, a ricorrere al Consiglio di Stato: «La Provincia si è indebitata e si è finanziata indirettamente per comprare azioni a un prezzo assai elevato al solo scopo di ottenere un controllo egemonico sulla società che avrebbe potuto comunque controllare pur senza egemonia». Così, anche se la volontà del Comune di privatizzare resta intatta, è necessario tutelare i cittadini da un cattivo investimento del denaro pubblico. A questo punto, insomma, prima di passare alla vendita, il Comune ha bisogno di valutare le condizioni. «La prima cosa è il prezzo» sintetizza Talamona.
Adesso Palazzo Marino è in attesa della relazione delladvisor sulla quotazione e della sentenza del global coordinator sul prezzo. «Saremmo pazzi a parlare di flottante prima di vedere il prezzo» osserva Goggi, commentando la strana ripartizione già messa a punto dalla Provincia che per fare 25 (la percentuale di flottante necessario alla quotazione) prevede il 18,6 per il Comune, il 4 per Gavio e per Palazzo Isimbardi appena il 2,5, una quota irrisoria rispetto al 52,9 in mano alla Provincia. «Loro fanno in fretta perché non mettono niente.
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