«Talloneremo Veltroni sui problemi concreti»

Claudio Pompei

Il più giovane e il più votato: Samuele Piccolo, 24 anni, eletto al consiglio comunale con una valanga di voti nella lista di Alleanza nazionale. Giovane e agguerrito, è deciso a non dare respiro all’amministrazione di centrosinistra appena riconfermata. «Li talloneremo giorno dopo giorno - avverte il neoconsigliere comunale - e su temi concreti: la casa, i trasporti, il piccolo commercio, l’artigianato, il carovita, l’emarginazione. Altro che feste e concerti. Andremo a spulciare i bilanci e vedremo se Veltroni spende più per l’effimero o per i bisogni della gente».
Ma non è che si è montato la testa, per tutti i voti che ha preso?
«Proprio no. La gente comune, i romani, mi hanno accordato fiducia su un programma a forte impronta sociale e non intendo deluderli. Ha pagato la politica dell’apparenza, a Roma. Ma da oggi dovranno farla finita con le chiacchiere. Da oggi comincia il lavoro per la riconquista del Campidoglio».
Lei è stato eletto nella lista di Alleanza nazionale. Come nasce la sua candidatura?
«Su richiesta della gente che ho incontrato in tante occasioni, dalle feste dei nonni agli studenti con i quali ho parlato di droga e tossicodipendenza. Le persone con le quali ho parlato dei problemi quotidiani mi hanno sollecitato a portare le loro istanze a livello politico. In Alleanza Nazionale ho trovato una risposta per un programma sociale più avanzato rispetto agli stantii stereotipi della sinistra».
Ma perché proprio An? Uno come lei, un piccolo imprenditore dell’editoria, doveva forse pensare a Forza Italia.
«Perché Alleanza Nazionale difende valori tradizionali, come la famiglia, il lavoro, le nostre radici culturali e cristiane».
Adesso cosa farà nel partito e per il partito?
«Lavoreremo facendo tesoro degli errori commessi, lavoreremo per rilanciare Alleanza Nazionale e tutto il centrodestra».
Vuole scalzare la vecchia dirigenza?
«No, voglio fare squadra e, come ho detto, non voglio che si ripetano gli errori compiuti».
Se le chiedessero di fare il capogruppo in Campidoglio, essendo il più votato?
«Direi di no. Sono giovane, devo fare esperienza e lascio questo compito a chi ne sa più di me».
Ma chi è Samuele Piccolo, ha una famiglia, una fidanzata?
«Sono un giovane che guarda al futuro. Certo che ho una fidanzata, ma lei come la mia famiglia appartengono al mio privato. Il Samuele Piccolo in politica è pubblico e aperto a tutto».
Come mai così giovane e tutto dedicato al sociale e ora anche alla politica?
«Perché ho una famiglia che mi ha insegnato a farmi carico di chi è più sfortunato di me. Abito e vivo nella zona del Casilino e fin da ragazzino ho vissuto i problemi della periferia, la mancanza di collegamenti, di centri di aggregazione, la mancanza di alternative alla strada o al bar. Ho cominciato a lavorare da giovanissimo e ho imparato quali sono i problemi di chi perde il lavoro, di chi all’improvviso non può più mantenere una famiglia».
Non mi dirà che è un missionario.
«No, tutt’altro, vivo la realtà della mia città e me ne faccio carico».
Si aspettava un simile successo?
«Avvertivo dalle migliaia di e-mail, dalle telefonate, che cresceva il consenso intorno a me. Avevo la sensazione di farcela. La sorpresa è stata il numero di voti ottenuti. Chi mi ha votato? Vedremo. Penso i giovani, gli emarginati ai quali mi sono rivolto, gli anziani che ho ascoltato e ai quali voglio dare voce. Ma penso anche a quanti non mi hanno votato. Voglio conquistare anche la loro fiducia».


I prossimi impegni?
«Politica della casa, trasporti decenti, taglio dell’Ici sulla prima casa, riqualificazione delle periferie per renderle sempre più vivibili, aiuti alle famiglie più povere. Insomma c’è molto da fare, bisogna rimboccarsi le maniche e questo è il programma. Non sarà facile, ma ce la metteremo tutta».

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