Tangenti, ancora manette in Comune

Davanti ai carabinieri che l’hanno arrestato, ha provato ad abbozzare una scusa. «Quei soldi me li sono trovati in mano, non li volevo e non li ho chiesti». Difficile che gli credano. Perché i mille che aveva con sè nell’ascensore del palazzo di via Pirelli (dove ha sede l’ufficio protocollo del settore sportello unico per l’edilizia del Comune), somigliano tanto a una tangente. Troppo. Quella che un consulente della griffe di moda «Blimarine» avrebbe pagato al funzionario di Palazzo Marino per il via libera a una boutique in via della Spiga. Così è finito in cella Gianluca Carta, funzionario dell’urbanistica del Comune, con l’accusa di concussione.
«O mi pagate, o il negozio chiude». Al telefono, il funzionario avrebbe chiesto soldi al consulente della «Blumarine». La griffe avrebbe voluto trasferire il proprio showroom dal civico 45 al 30 della centralissima via del Quadrilatero. Ma quella telefonata, il consulente, l’ha registrata. E l’ha portata ai carabinieri del Nucleo investigativo. E così - come ha anticipato ieri il Corriere della Sera - è scattata la trappola. I mille euro (che erano stati segnati) trovati in mano a Carta, in realtà, sarebbero solo la seconda tranche di una mazzetta pari al doppio. I militari, coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pubblico ministero Grazia Colacicco, hanno sequestrato una gran mole di documenti nell’ufficio del funzionario. Il sospetto è che - vista anche la cifra contenuta chiesta dal dipendente del Comune - la mazzetta scoperta lunedì sera non sia stata l’unica. Un’«abitudine», però, limitata solo al professionista arrestato. Almeno per il momento, dunque, si esclude che l’indagine possa passare ad un livello più altodell’amministrazione.
Di sicuro, non è la prima volta che gli uffici tecnici del Comune finiscono nei guai con la giustizia. E sempre con lo stesso meccanisco. Soldi in cambio di una corsia preferenziale. Era capitato nel luglio dell’anno scorso, quando a finire nel mirino dei magistrati erano stati alcuni dipendenti di Palazzo Marino (oltre che della Regione), accusati di aver agevolato i gestori di diversi locali notturni della città con permessi e soffiate sui controlli per la sicurezza. Prima ancora, era stato arrestato l’ex consigliere comunale ed ex presidente della commissione urbanistica Milko Pennisi (che ha patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi), filmato mentre intascava una mazzetta da 5mila euro per sbolccare una pratica edilizia. Nel novembre del 2010, invece, erano stati assolti dall’accusa di corruzione alcuni tecnici del settore edilizio del Comune finiti sotto inchiesta per presunte tangenti che sarebbero state pagate per sveltire alcune pratiche. La sentenza si è portata via le accuse, ma l’indagine aveva fatto scoppiare ugualmente una bufera a Palazzo Marino.
Ora, l’ultimo episodio. Su cui interviene l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris. «Saremo rigorosissimi nel garantire il più assoluto rispetto della legalità nell’azione amministrativa. Siamo pronti a collaborare con la magistratura per rafforzare controlli e trasparenza». «Nei confronti del geometra - ha aggiunto l’assessore - gli uffici del Comune hanno attivato immediatamente le procedure disciplinari previste dalle norme contrattuali.

Sono indignata e amareggiata per quanto è successo: ciò capita proprio nel momento in cui stiamo riorganizzando l’assessorato all’Urbanistica per una maggiore efficienza degli uffici. Una “mela marcia”, però, non deve gettare un’ombra sull’impegno di tante persone perbene che stanno lavorando per il Comune».

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