Chi cera, non usa mezzi termini per descrivere laria che tira. «Sono uscito deluso e un po perplesso» ammette il vicecapogruppo provinciale Roberto Caputo dopo la direzione provinciale del Pd che due sere fa si è riunita alla Casa della cultura per tamponare le crepe nel partito aperte dal caso Penati. Parla di «contraddizioni pesanti», dall«ultimatum di Boeri che dice o il Pd si rigenera azzerando il passato o piuttosto si sciolga nel movimento alla difesa del progetto Pd da parte dellonorevole Farinone». In più «non si è detto nulla sulla giunta milanese e sulle questioni più importanti per Milano». E la vicenda Penati, «è ancora lì». Neanche la lettera inviata qualche ora prima dallex presidente della Provincia sotto inchiesta per le presunte tangenti sullarea ex Falck, letta a inizio seduta dal presidente Ezio Casati e accolta con freddezza dal centinaio dei presenti alleggerisce il clima da resa dei conti interna. La vicenda giudiziaria ha accelerato il processo ai dirigenti locali del Pd - a partire dal coordinatore provinciale Roberto Cornelli e il cittadino Francesco Laforgia -, e cè chi si candida a comandare il partito. Lassessore Stefano Boeri, ex sfidante alle primarie di Pisapia ha ribadito alla direzione provinciale come nei giorni scorsi in unintervista alla Stampa lesigenza di una «rigenerazione del Pd» perchè «Penati non è un caso isolato» la «cultura della tangente, del sostegno "in nero" al partito si è intrecciata in questi anni con l'idea obsoleta che l'unica forma di valorizzazione di un pezzo di terra sia quella immobiliare. Un'idea per cui la politica concede in termini di metri cubi quello che chi investe sull'edilizia può restituire in termini di sostegno finanziario». Parole accolte con freddezza dai presenti e contestate platealmente dal sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini, ex assessore della giunta Penati in Provincia: sulla redazione dei primi Pgt «le giunte di centrosinistra semmai hanno fatto scuola» lo ha avvertito.
Non usa mezzi termini anche chi alla riunione non ha partecipato, come la capogruppo del Pd in Comune Carmela Rozza: «Cosa significa rigenerare? Abbiamo un coordinatore cittadino e uno provinciale che hanno 33 anni, dobbiamo prendere dei bambini?» ironizza sullintervento dellarchistar, con cui si gioca a Palazzo Marino il ruolo di guida forte del centrosinistra. E avverte: «Vedo in giro molti speculatori sul caso Penati, io sono garantista da sempre sia che si parli di esponenti di destra sia di sinistra, e a chi sta cavalcando la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Penati e su cui si esprimerà la magistratura ricordo la citazione di Pietro Nenni che a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».
Avvertimento anche a chi nel Pdl ha chiesto le dimissioni del giovane assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran, pupillo di Penati applaudito dal coordinamento provinciale. Ha ammesso di essere stato aiutato politicamente in campagna elettorale da Penati nella ricerca dei voti («non me ne vergogno») ma «non sono stato messo in giunta da lui e ogni incontro in assessorato e registrato nella massima trasparenza», chi entra, a che ora, quanto si trattiene.
Era stato il commissario cittadino dellIdv Stefano Zamponi nei giorni scorsi a sollevare il caso Maran. Categorica la difesa di Pisapia: «Chieda scusa o fuori dalla maggioranza». E ieri alle 17 si è tenuto un infuocato vertice di maggioranza, assente il sindaco, durante il quale contro Zamponi si sono scagliati Cornelli, la Rozza, gli assessori De Cesaris e DAlfonso. «É inaccettabile - avverte la Rozza - che abbia attaccato in modo così ingiustificato Maran per avere un posto in giunta, un atto politico grave: o rende pubbliche scuse o lIdv è fuori dalla maggioranza».
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