Ora che la sporcizia è venuta a galla tradizione vuole che inizi la caccia ai responsabili. Al Policlinico Umberto I il primo a finire sulla graticola è il direttore generale Ubaldo Montaguti: «Come si fa a dichiarare che se i Nas ravvisano delle infrazioni - si domanda esterrefatto il consigliere regionale e membro della commissione Sanità Alessio DAmato - lui è pronto a chiudere lospedale? Dovrebbe dimettersi. In questi mesi non ha fatto nulla per rimediare quando invece lo pagano apposta per gestire la struttura in maniera efficiente. Basta con lipocrisia e lo scarica barile». Dello stesso parere il deputato dellUdc Luciano Ciocchetti: «Come può il massimo responsabile di uno dei più grandi ospedali dEuropa affermare che i problemi evidenziati non sono in questo momento risolvibili? È come dire ai cittadini di tenersi il Policlinico sporco, sudicio e privo di igiene perché tanto non ci si può fare niente. Pazzesco, la sua è una chiara ammissione di colpa. Se era a conoscenza del degrado in cui versa la struttura perché non ha mosso un dito. Chiederemo le sue dimissioni in parlamento». Ma ad essere al corrente di come stavano le cose a dire il vero erano in molti. Tanti abbastanza da spingere il segretario dellAduc Primo Mastrantoni ad affermare: «Siamo di fronte alla scoperta dellacqua calda. I dati del 2004 sulle infezioni ospedaliere parlano chiaro e avrebbero dovuto mettere in guardia i nostri governanti. Ammontano infatti ogni anno a 7mila le morti causate da infezioni contratte negli ospedali». E aggiunge che già nel 1998 la sua associazione aveva denunciato, con tanto di fotografie alla mano, lo stato di decadenza di un ospedale romano.
La Regione intanto corre ai ripari. Ieri il presidente Piero Marrazzo ha detto di essersi mosso ancora prima che la stampa facesse luce sui meandri del Policlinico e ha annunciato che presto diventerà operativo un programma di sorveglianza e controllo sulle infezioni ospedaliere messo a punto dallassessorato alla Sanità in collaborazione con listituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Scuote la testa però il vicepresidente della commissione Sanità Stefano De Lillo, tuttaltro che soddisfatto: «Invece di provvedere a far pulire i corridoi si favoleggia di piani faraonici». Mentre Bruno Prestagiovanni di Alleanza Nazionale non esita a tirare in ballo il sistema delle esternalizzazioni: «I servizi di pulizia sono stati rinnovati o messi a gara? La Pisana deve fare chiarezza su questo punto. Appare evidente che il problema delle carenze igieniche sia dovuto alla trascuratezza sui controlli e, per lappunto, sulla gestione dei servizi di pulizia».
Allemergenza sanitaria va ad aggiungersi poi quella legata alla sicurezza.
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